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La cosiddetta “sharing economy”, ovvero i nuovi trend che permettono ai comuni cittadini di offrire servizi un tempo gestiti solo da professionisti ed aziende con l’aiuto di una manciata di app, è sempre più in crescita in Europa ed ha mostrato un significativo incremento nei numeri in soli due anni, dallo scorso 2013 al 2015.
Secondo i dati di PricewaterhouseCoopers (PwC) il fenomeno è passato dal miliardo di euro di fatturato del 2013 ai 3.6 miliardi del 2015; stesso trend per il giro d’affari che passa dai 10.2 del 2013 ai 28.1 miliardi del 2015, confermando un trend di crescita che pare essere inarrestabile.
Due in particolari i settori che fanno fanno la parte del leone nel settore della sharing economy. Parlando di giro d’affari, il giro di affari di gran lunga più imponente è quello dell’ospitalità, rappresentato da servizi come Airbnb, dove le persone possono offrire la loro casa come sistemazione a potenziali turisti e visitatori, un settore che nel 2015 ha avuto un giro di affari di 15 miliardi di dollari, pari al 54 per cento dell’intero giro d’affari della sharing economy.
Guardando invece ai ricavi, il settore più proficuo e che ad oggi ha mostrato una maggior ampiezza di mercato è quello dei trasporti, il cui attore principale è il ben noto Uber, che sta orma soppiantando in molte città i percorsi solitamente appannaggio dei taxi. Il settore dei trasporti ha totalizzato ricavi pari a 1.65 miliardi di dollari, pari al 47 per cento dell’intero fatturato della sharing economy.
Con il perfezionarsi delle app e la nascita di nuovi servizi il mercato della sharing economy è destinato a crescere e a diventare un voce importante per la crescita economica dei vari Paesi, che spesso si oppongono a servizi di questo genere.