Lo davano tutti per morto, ma le notizie sulla dipartita erano grandemente esagerate. L’iPad è tornato, la scommessa di Tim Cook sul modello Pro ha pagato ma ha pagato ancora di più il modello low cost. Nei risultati della trimestrale di Apple appare evidente che la parte del leone questa volta l’ha fatta il tablet e, seppure l’azienda non scorpora i numeri per singolo modello di prodotto, sappiamo che il numero degli iPad venduti è cresciuto del 15% anno su anno, ma con un fatturato relativo in crescita solo del 2%. Questo fa pensare che siano stati venduti soprattutto gli iPad 2017 9,7 pollici, che sul mercato americano hanno un punto di entrata di “soli” 329 dollari tasse escluse (in Italia, tasse incluse, sono 409 euro per il modello base).
Gli iPad riguadagnano spinta sul mercato, dimostrando che anche i cicli di sostituzione “lenti”, stile Mac e PC, possono accelerare quando il prodotto è valido, ha il prezzo giusto e attrae l’attenzione degli acquirenti. Adesso, dopo il prodotto di fascia più bassa, è il momento di immaginare gli iPad Pro 10.5 con il nuovo iOS 11, che arriva in autunno e che, secondo Tim Cook, farà da vero apripista a una nuova stagione dei tablet della Mela.
Ma qual è il vero segreto della ripartenza dell’iPad? Secondo chi scrive il cambiamento non è tanto nell’apparecchio in sé, quanto nel modo con cui lo usiamo. Steve Jobs aveva affermato al momento del lancio che l’iPad avrebbe avuto successo se avesse saputo ritagliarsi una posizione di eccellenza tra il pc e il telefono smart. L’iPad lo ha fatto – i primi due anni di vendita sono stati spettacolari – ma poi ha incontrato una forma di saturazione del mercato dovuta anche agli usi. Man mano però che l’informatica evolve, che la rete e il cloud diventano davvero onnipresenti, che il parco di servizi e soprattutto di app si allarga sempre di più, l’iPad diventa un vincente, sempre più interessante.
Soprattutto, stanno lentamente scomparendo quei siti impossibili da navigare, ci sono invece sempre più app che consentono di fare sempre più cose, il movimento porta a un cambiamento nelle abitudini e questo comporta a sua volta la maggiore praticità degli iPad rispetto ai computer tradizionali in termini di portabilità, usabilità, connettività, interfaccia. Non è una cosa come il Mac (o Windows) né pretende di esserlo. Ma quel che fa lo fa molto bene e sempre più persone, grazie al cloud e alle app giuste, trovano più naturale usare un iPad che non un PC. Certo, ci sono e ci saranno sempre cose che non si possono fare se non con un computer personal tradizionale, ma l’iPad adesso mostra di avere una personalità sempre più definita e chiaramente operativa.
Cosa succederà in futuro? Beh, l’iPad non è il “Jesus tablet” e mai raggiungerà i livelli di fatturato o di vendite dell’iPhone. Ma in questo momento sta da solo in un mercato in cui la principale alternativa è Windows con appiccicata sopra la parte touch. Non son direttamente comparabili e i risultati sono diversi. Apple ha allargato la forbice dei prezzi e adesso il mercato la premia. Domani allarga la finestra delle funzionalità sul lato del Pro, soprattutto con iOS 11, e vedremo come risponderà sempre il mercato.