Apple Watch, eccolo qua. Macity mette in pista la seconda prova “qualitativa” dell’orologio di Apple. Un modello in acciaio inossidabile da 42mm con bracciale a maglia di acciaio (link) con un costo retail di 1.169 euro. Questa è la prima parte della recensione, partita con la presa di possesso dell’orologio venerdì scorso: più avanti vedremo di affrontare con maggiore completezza come va “su strada” il segnatempo digitale della multinazionale di Cupertino. Per adesso valga l’indicazione che i primi giorni di utilizzo hanno saputo dare: più sensazioni e prime impressioni che non una recensione articolata come quella del modello Sport fatta dal nostro Settimio Perlini (qui la prima parte e qui la seconda parte).
Cominciamo dal bracciale: è il più costoso della linea di Apple (499 euro se venduto da solo) e il più pregiato, fatta eccezione per quelli con inseriti in oro. Le prestazioni delle maglie di metallo, che utilizzano lo stesso meccanismo di sgancio (per regolare la lunghezza della circonferenza) delle anse del bracciale, la finezza della lavorazione, la precisione e la gradevolezza, lo rendono un pezzo di valore pari se non superiore a quello che si paga per averlo. Comprare un bracciale di questo tipo per un Omega o un Rolex ha prezzi analoghi e il livello qualitativo è sostanzialmente lo stesso.
La cassa dell’orologio è piacevole: la forma rettangolare con i bordi di acciaio inossidabile lucido che salgono sino a lambire il cristallo zaffiro reso nero dal sottostante schermo Oled sono molto eleganti. Chi scrive ha potuto brevemente provare (cioè mettere al polso) anche il modello da 42mm in acciaio inossidabile nero con bracciale nero (non acquistabile separatamente dall’orologio e con un costo complessivo di 100 euro superiore a quello di questo modello fornito in test da Apple Italia) e si nota in questo secondo caso un senso di maggiore leggerezza. La cassa risulta più sottile allo sguardo, mentre nel modello color acciaio (cioè argento lucidato) lo spessore di 30mm è avvertibile. Il livello delle finiture, la perfezione con cui il cristallo di zaffiro si piega e scompare dentro la cassa e le tolleranze minimali dell’aggancio dell’ansa rimovibile del bracciale sono di altissima qualità. Anche con lentino da orologiaio la cassa appare davvero ben formata, la ghiera digitale (la corona) si incastra perfettamente, senza eccessive separazioni, mentre il pulsante laterale è ben congegnato.
Ancora, i tre fori (due più uno) della cassa e microfono sono praticamente invisibili, mentre la parte posteriore della cassa, con i sensori per le pulsazioni cardiache, è invisibile e non dà fastidio al polso. Va detto che per funzionare a regola l’orologio deve essere tenuto aderente al polso: con un cinturino a maglie, che ha regolazioni “fisse” e laboriose (anche se è molto facile togliere o aggiungere le maglie, non è comunque pratico farlo in mobilità o spesso), questo può voler dire che con il caldo stringe un po’ quando il polso fisiologicamente si gonfia durante la giornata. Alcuni bracciali di metallo degli orologi svizzeri, come i Rolex ad esempio, hanno una funzione mutuata dai sub per estendere la chiusura di un click e compensare proprio questo fattore di “ingrossamento” fisiologico: Apple potrebbe pensarci per una futura versione, mentre bisogna dire che la clasp (la chiusura a farfalla) progettata da Apple è veramente molto elegante e paragonabile alle migliori prodotte in Svizzera.
Veniamo al funzionamento. La presa di confidenza con l’orologio non è banale: Apple ha implementato in questa prima versione del sistema operativo tre tipologie di attività (orologio, messaggistica personale e fitness) che rispondono a richieste e profili diversi di utenti. E richiedono tempo per essere sperimentate. La prima è la più semplice: quando avrete in mano l’Apple Watch passerete la maggior parte del tempo a giocare con le regolazioni della app per iPhone e con i quadranti dell’orologio. Andando avanti passerete soprattutto alla gestione delle notifiche (gli “sguardi-glances” e le mini-app locali per rispondere ai messaggi sms, iMessage, Telegram e altri, ma per adesso non WhatsApp) e alla messaggistica personale con battiti del cuore e tap-tap (se avete amici con l’Apple Watch), e infine vi dedicherete alle attività di fitness quando sarà il momento di andare a correre, andare in palestra o alzarvi nei momenti opportuni durante una lunga sessione lavorativa alla scrivania.
Partiamo dai quadranti e dalle prime notifiche perché in effetti sono le prime cose che si fanno. Soprattutto i quadranti. Apple ne propone un buon numero, che diventerà enorme grazie alle personalizzazoini possibili. Qui entrano in gioco i gusti personali e la capacità di orientarsi. Non sono tantissimi (Funzionale, Modulare, Semplice, Animazione, Astronomia, Colore, Solare, Cronografo, Topolino, Extra Large) ma si possono riordinare e se ne possono ospitare fino a 20. In questa maniera ad esempio si possono creare e organizzare una serie di quadranti preimpostati con le proprie personalizzazioni per i momenti diversi della giornata (sport, relax, cena elegante, viaggio all’estero, riunione di lavoro etc) e cambiare rapidamente tra l’uno e l’altro.
Chi scrive ha passato parecchio tempo alla ricerca del quadrante perfetto ed è ben lontano dall’averlo trovato. Poterne avere a disposizione un po’ non è male. Si passa il tempo. Invece la cosa differente è l’impatto delle notifiche. Queste si fanno sentire fin dal primo giorno e sono utili anche se non perfette: nella prima versione di watchOS infatti la capacità di usare gli “sguardi” (in inglese, Glances) sull’orologio sono piuttosto limitate. Si ruota il polso, appare il quadrante e con questo eventualmente c’è la presenza di un pallino rosso in alto. Questo ci fa capire che sono presenti delle notifiche. A questo punto basta scorrere verso il basso il dito sullo schermo per avere accesso a una serie di informazioni. Una icona che identifica l’app (Mail, Messaggi, Whatsapp, Telegram) e poi la possibilità di entrare “dentro” il testo semplicemente toccando. Questo non è valido per tutti però: Whatsapp a quanto pare in questa prima fase se non altro ha deciso di non rendere disponibile la lettura del testo sullo schermo del telefono.
Gli altri invece lo fanno ma solo parzialmente: si tappa con il dito sopra la mail, ad esempio, e si apre tutto il messaggio, con limitata possibilità di risposta (gestione del messaggio e non risposta testuale, come invece si può fare per sms e messaggi delle chat come iMessage ma anche Telegram). Il problema viene quando le mail sono tante e se ne vede invece solo una: in questo caso bisogna tornare indietro e andare all’app nella schermata delle palline-app (la home dell’orologio), cioè al widget installato tramite l’app di gestione dell’orologio presente sull’iPhone. Da qui è possibile una gestione più lineare e articolata delle mail, tuttavia ancora non è possibile la risposta. Invece, nel caso delle mail la cosa possibile è ad esempio scorrere tutta la inbox, vedere i thread (le conversazioni), vedere gli allegati come immagine oppure sapere, con l’icona, che c’è ad esempio un allegato in Word o cose del genere. Facendo Force press su una mail è possibile aggiungere una marcatura, segnarla come non letta o archiviarla (che equivale al cestino con gli account di posta pop).
La carrellata è fatta: la vita dentro l’Apple Watch è interessante. Ci sono un sacco di cose da fare anche se non tantissime. Dipende dalla presenza di una app relativa e dalla usabilità. Andiamo avanti con la prova, dopo aver passato questa che è poco più di una presa di contatto con l’orologio e nei prossimi giorni torneremo per la seconda parte. Ancora un paio di osservazioni. Una riguarda la riconoscibilità: nonostante l’estate imponga le maniche corte, nessuno pare fare caso all’Apple Watch. Né, prestando attenzione al polso dei milanesi anche nelle zone degli aperitivi più modaioli, se ne scorgono altri in cattività. Vedremo nelle prossime settimane, soprattutto alla fine dell’estate, se la presenza di questo tipo di gadget ha fatto breccia nel cuore meneghino.
L’altra osservazione riguarda invece la leggibilità dell’apparecchio. Lo schermo Oled è particolarmente potente e ben calibrato (anche secondo quanto riportano vari siti che hanno effettuato misurazioni di laboratorio), in maniera coerente con quanto accade con gli iPhone e tutti gli altri prodotti Apple: in fabbrica viene effettuata una calibrazione manuale per ciascun apparecchio. L’Oled è molto efficiente per quanto riguarda il consumo energetico e la resa di molti colori. E soprattuto del nero, che in questo tipo di display è veramente nero. Una condizione particolarmente fortunata perché equivale anche al consumo zero di quella parte del display. Invece il colore che consuma di più a quanto pare dalle misurazioni degli esperti è il blu (richiede compensazioni importanti di tutti e tre i colori fondamentali). Quindi evitare il blu (che è la dominante anche nel bianco) e scegliere quadranti il più “neri” possibili è la soluzione che consente di rosicchiare un po’ di tempo della batteria, considerando che il display Oled, per quanto efficiente, è la singola parte che consuma di più di tutto l’apparecchio.
Il display è coperto infine da un cristallo di zaffiro che, come è stato possibile verificare anche andando nei negozi Apple e appaiando due orologi sotto una sorgente di luce diretta, riflette più luce rispetto a un vetro rinforzato (caratteristica invece del modello Sport). Dal momento che il quadrante di questo speciale smartwatch si vede per emissione e non per riflessione della luce esterna, la presenza di diffusione della luce in entrata verso il quadrante ha l’effetto di rendere leggermente meno contrastata e visibile la luce emessa dal pannello Oled. Il lieve svantaggio ottico (siamo nell’ordine di 2-4 punti su una scala di cento) è però compensato dalla maggiore robustezza a graffi del cristallo di zaffiro, la seconda sostanza più dura al mondo dopo il diamante.