Da tempo si vocifera della possibilità che su WhatsApp faccia apparizione la pubblicità. Del resto, Facebook è un’organizzazione a scopo di lucro e basa le sue fortune quasi esclusivamente sulla pubblicità.
Ora, dopo aver confermato ufficialmente i piani per monetizzare la piattaforma di chat più diffusa al mondo, il colosso dei social media ha annunciato che le pubblicità su WhatsApp inizieranno ad arrivare nel 2020.
Le prime pubblicità saranno inserite come Stati, simili alle Storie di Instagram. Gli annunci occuperanno l’intero schermo, ma piuttosto che visualizzare il nome del contatto WhatsApp, presenteranno il nome della società.
Naturalmente le pubblicità WahtsApp includeranno anche link su cui gli utenti potranno effettuare un clic per poter ottenere ulteriori informazioni. Le nuove indicazioni sulle modalità di advertising all’interno dell’app di messaggistica e chiamate vocali VoIP sono state annunciate durante il vertice annuale del marketing Facebook, come segnala Phonearena, confermando così le prime informazioni parziali rilasciate negli scorsi mesi.
Non è chiaro a questo punto se Facebook ha ulteriori piani per la pubblicità all’interno WhatsApp, ma alla fine la società potrebbe introdurre versioni alternative, con inserzioni in formato più piccolo, magari anche tra le chat nella lista conversazioni.
Al fianco di questa novità, anche gli utenti WhatsApp Business saranno presto in grado di beneficiare di “formati dei messaggi più ricchi”, con immafini o PDF che si accompagnano ai messaggi con una piccola anteprima. Inoltre, gli utenti saranno in grado di visualizzare le informazioni prodotto dei messaggi all’interno di WhatsApp, e quindi di accedere a tutto il catalogo.
Questa non è l’unica novità in arrivo per WhatsApp: ricordiamo che Mark Zuckerberg ha anticipato un progetto di più ampio respiro che porterà a unificare le chat di Facebook Messenger, Whatsapp e Instagram in un’unica piattaforma. Negli scorsi giorni hanno avuto grande risonanza le critiche rivolte a WhatsApp sui versanti sicurezza e privacy in un lungo, dettagliato e infiammato post del fondatore di Telegram.