È possibile preoccuparsi di un capello? Spaccarlo in quattro, in otto, senza stancarsi mai? A quanto pare sì. Nelle scorse settimane, mentre l’iPhone 6s e 6s Plus arrivavano sul mercato, emergeva anche la voce che i due telefoni avessero due forniture diverse del nuovo processore A9. E tale è in effetti risultato essere: Samsung e TSMC forniscono il chip prodotto con due lavorazioni diverse (differenze di pochi nanometri, praticamente un sedicesimo di capello, e differenti librerie, in buona sintesi) che secondo gli “esperti” potrebbero portare a differenze prestazionali considerevoli, sia nella potenza massima erogabile che nel consumo energetico.
Mentre chi scrive aveva appena spacchettato e scartato il suo iPhone 6s Plus (qui l’unpacking) e si preparava a partire per gli Stati Uniti per un viaggio di lavoro che avrebbe coinciso con la prova dell’apparecchio, iniziavano le polemiche alle quali sentiva il bisogno per una volta di rispondere anche Apple (spiegando che non c’era nessuna differenza avvertibile dal consumatore tra le due diverse forniture). Negli stessi giorni anche un’altra polemica emergeva, questa volta sulla capacità della macchina fotografica dei due modelli, potenziata da 8 a 12 megapixel ma, secondo i test di DxOmark, inferiore alle aspettative della concorrenza.
Chi scrive però proseguiva la sua solitaria prova itinerante, partendo dal presupposto che il miglior giudice di un apparecchio è il suo utilizzatore. Macitynet ha già pubblicato una abbondante recensione sulla versione da 4,7 pollici di iPhone 6s: una recensione che è molto completa, e non solo perché il test era partito una decina di giorni prima di quello di cui ci apprestiamo a scrivere (accumulando quindi più esperienza diretta di prima mano), ma anche perché ha coperto estensivamente molte delle novità che sono comuni ai due telefoni.
Inoltre, come il nostro Settimio Perlini che aveva scritto il primo articolo, chi scrive ha una lunga relazione con l’iPhone. Fu il primo giornalista italiano a entrare in contatto con l’apparecchio in una piccola stanza del Moscone West a gennaio del 2007, poche ore dopo che Steve Jobs l’ebbe presentato sul palco del MacWorld che all’epoca si teneva al Moscone Nord. Inoltre, come Settimio, ha utilizzato a partire dal primo iPhone 2G tutti gli apparecchi di Apple, incluse le versioni “parallele” come l’iPhone 5c e il 6 Plus. Che anzi, è stato poi per un anno il telefono “d’ordinanza” di chi scrive. Ottima performance, batteria maiuscola e schermo perfetto, capace di essere gestito come telefono e di fare molto di quello che si può fare con un iPad mini.
In viaggio con iPhone 6s Plus: la preparazione
La partenza per Las Vegas, era prevista due giorni dopo l’arrivo del telefono. Relativamente poco tempo per preparare tutto, con l’intenzione ovviamente di portare con sé solo il nuovo apparecchio.
Per il passaggio dei dati erano previsti alcuni step. Il primo era il contestuale passaggio dell’Apple Watch dal vecchio al nuovo apparecchio. Facile: si fa la dissociazione dell’orologio, che fa un backup “dentro” l’app Watch di iPhone, si fa backup dell’iPhone con iTunes (che è molto più veloce di iCloud, ovviamente), si fa il passaggio avviando il nuovo telefono con il backup del vecchio e poi si riappaia l’orologio con il nuovo telefono, facendogli recuperare i dati dal backup fatto automaticamente con l’app Watch di iOS.
Piano perfetto ma con una grossa dimenticanza. Chi scrive non ha pensato che ormai da lungo tempo fa backup su iCloud. E quindi, prima di procedere a queste mosse era necessario eseguire il trasferimento degli acquisti fatti da iPhone su iTunes. Dimenticando questo passaggio, è stato necessario attendere che iPhone scaricasse di nuovo dal cloud tutte le app di terze parti installate. C’è voluta quasi una nottata. In ogni caso, fatto tutto, siamo arrivati al momento della partenza.
I vantaggi di una buona batteria
Partenza da Milano Malpensa neanche troppo presto la mattina, dieci ore fino a New York JFK, tre ore di pausa, con le consuete code di immigrazione e il cambio di terminal, altre sei ore scarse di volo fino a Las Vegas. In tutto questo tempo iPhone 6s Plus è stato acceso, in modalità aeroplano durante il volo, ed è servito da block notes per prendere appunti (con l’ottimo Draft 4, del quale riparleremo più avanti), da ebook reader grazie all’app iBooks, e anche per un paio di articoli lunghi letti con Pocket.
Risultato? All’arrivo in albergo c’era ancora il 40% di batteria disponibile. Nei giorni successivi l’andamento del telefono è stato molto regolare con una sola eccezione. Che poi è la vera (e perfettamente logica) causa di problemi con l’iPhone. Una mattinata con una pessima connessione Wi-Fi, internet bloccata a singhiozzo (probabilmente troppi utenti connessi) e poco segnale telefonico. È il classico caso in cui l’iPhone lavora il triplo per cercare di aprire e chiudere tutte le connessioni necessarie a scaricare i dati richiesti dalla rete. In poche ore la batteria è scesa parecchio, sino ad arrivare con un 10% scarso prima di andare a letto.
La nuova versione del sistema operativo di Apple, la 9, tra le altre novità presenta la possibilità di regolare il consumo del telefono entrando in una modalità “risparmio energetico” che si era già rivelata utile con il precedente apparecchio. Con iPhone 6s Plus, a parte la volta che il cattivo Wi-Fi ha fatto consumare un sacco di batteria molto velocemente, non ne ha mai avuto in realtà bisogno.
Cosa cambia con l’iPhone 6s Plus
Assieme al grande schermo arriva anche il 3D Touch. A nostro giudizio si tratta di una rivoluzione ancora maggiore di quel che si pensa. Una nuova dimensione dell’interazione con il contenuto e l’interfaccia che prima era inimmaginabile. In futuro sicuramente arriverà anche sugli iPad, ma per adesso è già davvero notevole che sia possibile fare cose prima inimmaginabili. Come ad esempio trasformare la tastiera in una sorta di trackpad e rapidamente spostare il cursore dove si vuole. Ci sono ancora alcuni inciampi, probabilmente dovuti a qualche bug del sistema operativo (la versione utilizzata era quella di serie precedente alla 9.1, che mette a posto questa e molte altre cose) ma nel complesso la situazione è più che buona.
A suo tempo, avevamo optato per l’uso professionale e privato del 6 Plus proprio per le opportunità offerte dal grande schermo: migliore gestione delle mail, dell’agenda, possibilità di scrivere e rivedere testi di una certa lunghezza, superiorità della batteria e della macchina fotografica. Per la seconda volta la scelta si è ripetuta con ancora maggiore convinzione. Il 3D Touch apre la porta a un uso del “nudo display” ancora più flessibile e creativo. Quando arriverà sugli iPad sarà una rivoluzione altrettanto interessante, ma per adesso già il fatto di poter usare lungamente – dall’Italia agli Stati Uniti, per intendersi – l’apparecchio di Apple sia per l’intrattenimento che per il lavoro è un guadagno davvero notevole.
Il nuovo telefono di Apple porta poi con sé la novità di una fotocamera posteriore (e anteriore) potenziata. Ottima scelta, che rende molto bene. Limitando il tema alle foto e tralasciando per un attimo il video (provato soprattutto per dimostrare la qualità della stabilizzazione ottica anche sul movimento introdotta con questa versione) bisogna ammettere che il mondo è strano. A fronte di siti web come DxOmark che hanno costruito la loro reputazione su test “scientifici” (in realtà molto amati ma anche molto criticati per certi presunti favoritismi soprattutto verso Nikon e a danno del formato ridotto APS-C e soprattutto Micro4/3) le impressioni del cronista divergono. Il sito autorevole “stronca” la camera di iPhone 6s e 6s Plus, mentre il cronista la nostra prova ci ha lasciato soddisfatti. Come mai?
La percezione della fotografia è forse un fatto così soggettivo da non consentire valutazioni (e neanche comparazioni) oggettive? Forse. La realtà è che il grosso telefono di Apple è una comoda e pratica macchina fotografica. Non bara nella rappresentazione a video dell’immagine catturata (non la “imbelletta” con microcontrasti artificiali che poi si trasformano in artefatti se messe a video e in deliri di poligoni seghettati se eventualmente stampate). Purtuttavia, cercando di capire, viene da dire che questa particolare generazione di macchina fotografica/video il cui sensore è prodotto ancora una volta da Sony ma il cui software e sistema di integrazione è fatto da Apple va particolarmente bene. Ecco, il vostro cronista si è esposto, poi mi direte voi se è perché gli obiettivi visti da DxOmark sono tutti difettati e il nostro no. Chissà.
Le prossime tappe del viaggio
A breve, brevissimo, si ritorna in Italia l’iPhone, come succede anche per gli utenti di altri apparecchi di marche differenti, è un compagno oramai inseparabile sia nella giungla cittadina che, a maggior ragione, nelle traversate attorno al mondo. Prima di un viaggio chi scrive carica su Overcast una dozzina di podcast interessanti, magari c’è tempo per salvare qualche fumetto in cbr o in pdf. Delta sulle tratte domestiche (cioé la parte transcontinentale degli Stati Uniti) offre anche una costosa connessione WiFi. Su quest’ultima, già provata in passato, si può anche tralasciare. L’importante è che il telefono faccia il suo dovere sino all’apertura del portellone a Malpensa e poi consenta di smaltire una giornata di mail nella mezz’ora che il Malpensa Express impiega per arrivare a Cadorna. A quel punto, in metropolitana si va velocemente a casa per una doccia e finalmente per una ricarica dell’apparecchio prima di affrontare la seconda metà della giornata italiana.
Vedremo nei prossimi giorni un altro passaggio su come va il grosso apparecchio in Italia a un po’ di distanza dalla prima presa di contatto. Per adesso ci fermiamo qui.