I tempi di consegna dei prodotti Apple si sono in gran parte ridotti. Ciò significa una cosa sola: i ritmi di produzione stanno tornando regolari.
Per comprendere a fondo questo miglioramento basta fare un passo indietro lungo un mese, quando cioè Tim Cook con una lettera ai propri dipendenti ha spiegato che la produzione stava rallentando nel tentativo di contenere i contagi da coronavirus.
Da quel momento Gene Munster, analista di Loup Ventures, ha cominciato a monitorare la situazione: in tredici diversi paesi – spiega – i tempi di consegna di quattro prodotti chiave dell’azienda (iPhone 11 da 64 GB, iPhone 11 Pro da 64 GB, AirPods Pro e AirPods di seconda generazione) sono notevolmente migliorati nelle ultime due settimane.
Nello specifico in media la disponibilità di iPhone è di 2 giorni lavorativi, in calo come dicevamo rispetto al picco di 6,7 giorni registrato a inizio mese. Stesso discorso per AirPods, i cui tempi medi sono scesi da 10,6 (registrati il 4 marzo) a 7,4 giorni.
Non ci sono dichiarazioni ufficiali a riguardo ma Munster ritiene che la riduzione dei tempi di consegna sia in gran parte da attribuire al riavvio della produzione cinese e non ad un eventuale indebolimento della domanda, che rispetto al periodo natalizio ovviamente c’è ma non dovrebbe essere così determinante.
Ricordiamo che Apple ha chiuso tutti i negozi al di fuori della Cina e, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, così resteranno fino al 24 marzo. In vista di un’espansione della pandemia negli Stati Uniti ha anche preventivamente deciso di gestire la WWDC 2020 come evento unicamente online.
Potete approfondire dando uno sguardo alle notizie di macitynet che parlano di Foxconn, Coronavirus e Apple disponibili nei rispettivi collegamenti.