Apple ha concesso l’opportunità a Steven Levy di pubblicare le sue prime impressioni sullo smartphone del decimo anniversario. Si tratta di una sorta di rito, considerando che Levy fu uno dei primi redattori a pubblicare la recensione dell’iPhone originale nel 2007. L’autore precisa che si tratta di primissime impressioni ma per l’importanza del terminale e l’autorevolezza della firma in realtà questa viene considerata, non a torto, la prima recensione iPhone X.
A dieci anni di distanza molto è cambiato, spiega Levy. Anzitutto il display. E’ sicuramente la parte più impressionante del dispositivo, grande quanto quella di un iPhone 8 Plus, in un corpo piccolo, quasi quanto iPhone 8. La soluzione non è, però, esente da compromessi. Spiega Levy che l’assenza di cornici ha reso necessaria la presenza di quella che chiama “un’area 51” sulla parte superiore dello schermo. Quella piccola lunetta nera, non passa inosservata, risulta inizialmente fastidiosa, ma ci si abitua.
Nella prima presa di contatto con iPhone X, Levy spiega che l’assenza di un tasto fisico non crea particolari problemi. Facile risulta lo swipe verso l’alto per tornare alla Home, mentre richiede qualche allenamento lo swipe verso metà schermo per aprire il multitasking.
Altro elemento cruciale della presa di contatto con iPhone X riguarda il nuovo Face ID. Funziona? Quasi, risponde Levy. Da un lato si dimostra assolutamente sicuro, dato che i numerosi tentativi di ingannarlo, con altri volti, sono risultati vani.
Ciò che non ha sempre funzionato, invece, è lo sblocco diretto: in alcuni casi iPhone X non sembra aver riconosciuto perfettamente il suo proprietario. Sulla precisione del Face ID, l’articolo scherza un po’, e Levy ritiene di aver trovato il modo di farlo funzionare sempre e comunque: è sufficiente prendere in mano l’iPhone come se si stesse recitando la parte di De Niro, nella nota scena di fronte allo specchio in Taxi Driver.
Bene, invece, fotocamera e batteria. Sulla prima, l’autore ritiene di aver colto scatti migliori rispetto agli iPhone precedenti. Sull’autonomia, invece, non sembra esserci uno studio approfondito: a prima vista sembra comunque durare di più rispetto a un iPhone 7, arrivando a sera, con una buona percentuale di carica ancora residua.
In conclusioni Levy parla di iPhone X come “non più di un grande aggiornamento” allo smartphone di punta Apple. Come per l’iPhone originale, che fu una rivoluzione solo con l’avvento delle app terze, anche questo smartphone potrà avere maggiore successo in futuro: oggi l’utente gode soprattutto per il display più grande e la batteria migliorata, ma il vero salto di qualità lo potrà farà domani, quando si potranno sfruttare appieno le sue reali potenzialità anche grazie alle app di terze parti in grado di sfruttalo.