Amazon non rilascia informazioni sui propri clienti senza una richiesta legale valida e vincolante. E’ quanto il gigante degli e-commerce avrebbe risposto in merito alla richiesta della polizia in Arkansas, che vorrebbe accedere ai dati raccolti da Amazon Echo per risolvere un caso di omicidio.
Come sappiamo, lo speaker di Amazon può essere controllato a distanza attraverso comandi vocali. Normalmente l’ascolto si attiva nel momento in cui viene pronunciata la parola “Alexa”, ma chi ha dimestichezza con iPhone e Android sa bene che a volte un “Hey Siri” o un “Ok Google” può essere facilmente confuso anche con altre parole, attivando quindi l’assistente vocale involontariamente.
Nel caso specifico di Amazon Echo, il dispositivo memorizza nel cloud i comandi dettati dall’utente, che tuttavia possono essere rimossi manualmente dall’utente in qualsiasi momento. In base a quanto si apprende è proprio a questo database che vorrebbe accedere la polizia, nel tentativo di rintracciare indizi utili per risolvere il caso di cui sopra.
Si prospetta l’ennesima battaglia tra forze dell’ordine e privacy degli utenti, recentemente posta sotto i riflettori con il caso di San Bernardino e che, con l’aumentare dei dispositivi intelligenti, è lungi dal cessare tanto in fretta.