Quando diciamo “Google” pensiamo alle ricerche sul web, poi ad Android e agli smartphone. Ma l’azienda di Mountain View non è solo tecnologia applicata al mercato consumer e i suoi sforzi si applicano anche nella pura ricerca: ne abbiamo ulteriore conferma dall’ultimo progetto realizzato proprio grazie alla sua collaborazione.
Insieme al Janelia Research Campus, Google ha infatti portato a compimento la più grande mappatura del cervello mai esistita. Si tratta nello specifico di una mappa ad alta risoluzione della connettività cerebrale di una mosca mediterranea della frutta, un modello tridimensionale che consente di guardare più da vicino le connessioni che ci sono tra più di 25.000 neuroni nelle varie regioni del cervello.
I due team insieme sono riusciti nell’impresa sezionando il cervello di questo piccolissimo animale in sottili fettine da 20 micron (0,02 millimetri, ndr) inserite poi in un potente microscopio elettronico capace di ricostruire il flusso di elettroni e ricucirli virtualmente insieme.
Il risultato, come dicevamo, è una sofisticatissima mappa del cervello di questo insetto che può essere utilizzata per rintracciare i singoli neuroni. Chiunque può vedere e scaricare i dati, compresa tutta la documentazione che ne descrive i vari passaggi dell’immenso lavoro che è stato fatto fino ad ora.
Ai più non significherà nulla ma per gli scienziati è un vero tesoro di dati in quanto consentirà loro di comprendere meglio il funzionamento del cervello della mosca mediterranea della frutta o del cervello più in generale.
C’è da dire che questa mappa, seppur immensa, rappresenta soltanto un quarto di tutto il cervello dell’insetto che infatti è composto da più di 100.000 neuroni. Il fatto che il cervello delle specie più grandi è ancora più complesso – quello umano ha più di 86 miliardi di neuroni – dovrebbe rendere l’idea di quanto lavoro c’è ancora da fare: ci troviamo comunque di fronte ad un importante passo avanti di cui, dicevamo, Google ha dato un importante contributo.