Non è bastato l’assedio della televisione e poi di internet, con i social e tutto il resto. Il mercato dell’editoria libraria, nonostante la digitalizzazione con i vari eReader è in profonda crisi. Anche perché una bella fetta dei suoi proventi se ne vanno in pirateria. Com’è possibile?
In sintesi
Il disastro è presto detto, sta tutto nei numeri di una ricognizione accurata del territorio. È la terza indagine Ipsos per l’Associazione italiana Editori (Aie) presentata nel corso di un incontro che si è tenuto con l’Aie e la Fieg, Federazione italiana editori giornali. Dai dati raccolti risulta che libri piratati solo nel nostro Paese costano al settore dell’editoria ben 705 milioni di vendite e la perdita di 4.900 posti di lavoro. Contando anche l’indotto, l’Italia perde 1,75 miliardi e 12.000 posti di lavoro.
Chi sono i pirati? Come fanno? Presto detto: utilizzano libri, ebook e audiolibri in maniera illegale il 31% della popolazione sopra i 15 anni, il 78% degli universitari e il 49% dei professionisti. Si conferma alto il numero di chi considera poco probabile essere punito: sono il 70% degli italiani
Un delitto impunito
Secondo Innocenzo Cipolletta, presidente di Aie: “L’editoria italiana vive un contesto economico difficile, caratterizzato da costi in crescita solo in minima parte compensati dagli aumenti del prezzo di copertina, mentre gli stimoli alla domanda presenti gli anni scorsi non sono più presenti o sono stati ridimensionati. In questo quadro, la perdita di un quarto del valore potenziale delle vendite a causa della pirateria è un costo insostenibile che ha ricadute sul numero delle aziende che non riescono più ad andare avanti, sull’occupazione, sui compensi degli autori”.
La situazione è sempre più grave anche se ci sono tuttavia dei segnali di tipo positivo: “Nel 2023 – dice Cipolletta – vediamo primi segnali di riduzione degli atti di pirateria, ma i fattori che possono influire sono tanti e non parlerei ancora di tendenza consolidata. Istituzioni e forze dell’ordine hanno fatto molto negli ultimi anni e questi dati devono spronare noi tutti a fare ancora di più e ancora meglio. Riteniamo poi fondamentale il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini: si conferma alto il numero di persone che ritiene poco grave questo fenomeno e comunque si dice certo che i colpevoli non saranno puniti”.
Se i libri piangono, i giornali non ridono
L’editoria di quotidiani e periodici è stata colpita più volte da ondate di pirateria che destano anche un certo allarme sociale, con la condivisione ad esempio di versioni quotidiane in pdf di tutti i giornali e periodici da edicola su canali Telegram pirati. Con l’aggravante che, chiuso un canale, se ne aprivano altri dieci e ancora oggi, secondo le ricerche, devono essere molti visto che da là e dai siti di condivisione e download illegale passa buona parte della pirateria.
Secondo Andrea Riffeser Monti, presidente di Fieg, “La pirateria delle opere dell’ingegno è un tema centrale per tutta l’industria dei contenuti editoriali. L’evoluzione economica e tecnologica rappresenta oggi la sfida più complessa per le autorità impegnate a contrastare il fenomeno: in tal senso, la collaborazione avviata dalla Fieg con la Guardia di Finanza, unitamente agli strumenti di contrasto introdotti dalle procedure Agcom, sono la migliore garanzia per una piena consapevolezza del fenomeno, anche nei suoi risvolti di diretta responsabilità giudiziaria, oltre che per il suo più efficace contrasto”.
Il tema vero è, più che colpire i singoli consumatori di giornali “copiati”, disincentivare l’attività dei pirati, che si muovono seguendo logiche di profitto. “Bisogna rendere impossibile – dice Riffeser Monti –, nei confronti di chi fa business sui contenuti illegali, nascondersi dietro l’anonimato della rete: le persone devono essere consapevoli che stanno commettendo un illecito e devono sapere che per questo possono essere punite. I fenomeni di pirateria digitale contribuiscono al crescente e generale impoverimento delle imprese editoriali, ma vi sono rischi anche per i lettori che, in assenza di contenuti informativi di qualità, saranno sempre più esposti a fake news e disinformazione online”.
Il dettaglio dei dati
Come abbiamo fatto a venire a conoscenza di tutte queste informazioni di dettaglio? La ricerca Ipsos per Aie è stata svolta a ottobre del 2023 su un campione di circa 4000 interviste (CAWI) così suddivise: 2700 casi rappresentativi per genere, età, area geografica, ampiezza centro, professione e titolo di studio (più di 15 anni), 867 studenti universitari rappresentativi per genere, età e area geografica e 743 liberi professionisti rappresentativi per area geografica. La ricerca è stata poi presentata dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli durante un incontro organizzato da “Gli Editori”, l’accordo di consultazione tra Aie e la Federazione Italiana Editori Giornali.
Come ha spiegato il presidente Pagnoncelli, copia illegalmente libri a stampa, digitali e banche dati il 31% della popolazione sopra i 15 anni, il 78% degli studenti universitari, il 49% dei professionisti (commercialisti, medici, avvocati, notai, architetti, geometri, ingegneri, consulenti del lavoro). La conseguenza è una perdita di posti di lavoro per il settore editoriale pari a 4.900 unità, che diventano 12mila conteggiando anche l’indotto. In termini economici, la perdita per il sistema Paese è di 1,75 miliardi di euro, con 298 milioni di mancate entrate per il fisco.
Dopo l’introduzione al convegno romano del Sottosegretario del Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni e dei presidenti di Aie e di Fieg, Innocenzo Cipolletta e Andrea Riffeser Monti, il dibattito è stato moderato dal direttore dell’agenzia Ansa, Luigi Contu e ha visto la partecipazione di Benedetta Alessia Liberatore, direttore della Direzione per i Servizi Digitali dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), Gaetano Cutarelli, comandante del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, Salvatore Sica, presidente Comitato Consultivo Permanente per il Diritto d’Autore, Mauro Tosca, responsabile antipirateria Aie, la scrittrice e psicoterapeuta Stefania Andreoli. Il presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati, onorevole Federico Mollicone, ha tenuto le conclusioni.