La città di Christchurch (Nuova Zelanda) ha chiesto ad Apple di integrare il supporto per la lingua māori (nome locale Te Reo Māori), una lingua polinesiana parlata in Nuova Zelanda.
La richiesta è stata fatta con un annuncio su un giornale statunitense. Nell’annuncio a pagamento (4500$) su un quotidiano californiano, si chiede ad Apple di insegnare all’assistente vocale Siri il māori, elemento che potrebbe essere nien’taltro che un’astuta mossa pubblicitaria per promuovere Christchurch.
ChristchurchNZ, agenzia per lo sviluppo turistico ed economico che prende il nome dall’omonima città sulla costa orientale dell’isola del Sud della Nuova Zelanda, ha acquistato una mezza pagina dell’edizione di venerdì del Mercury News, un quotidiano pubblicato a San Jose (California). Ekant Veer, professore associato di marketing all’Università di Canterbury dice che la pubblicità è “una bella trovata di marketing” ma la definisce “un po’ strana”.
La lettera riporta un testo indirizzato al CEO di Apple, Tim Cook, scritto sia in Māori, sia in inglese. Si parte con i complimenti di rito all’azienda per i suoi computer e i suoi nuovi “eleganti” telefoni da poco presentati per arrivare alla fine a chiedere all’amministratore delegato della Mela di risolvere “quello che per noi è un problema”.
Si spiega che Siri non comprende il māori, lingua ufficiale della Nuova Zelanda, e in questa settimana vi sono dei festeggiamenti. “Tino pai, nē” (“forte, eh?”)
Nella lettera si parla di inclusività e si chiede a Cook di intervenire e sistemare la cosa, offrendo aiuto, e supporto. Siri al momento supporta 21 delle lingue più parlate al mondo.