Non è che il mondo dei «Webeti»: riprendiamo il geniale neologismo coniato nel 2016 dal direttore del TG La7 Enrico Mentana – usato in quei giorni per zittire i “leoni da tastiera” – per commentare la nuova sfida social che arriva dall’America ed è già diventato un problema di salute pubblica; è la Tide Pod Challenge, con cui i teenagers si sfidano a mangiare capsule di detersivo filmando la reazione con il cellulare.
C’è chi le ingerisce completamente e chi invece le tiene in bocca fino a far traboccare le labbra di sapone, senza curarsi del fatto che l’ingestione dello speciale sapone (indovinate un po’, non è commestibile) nei casi più fortunati può causare vomito, difficoltà respiratorie e perdita di coscienza. Il risultato è che dall’inizio dell’anno sono già 37 i giovani intossicati e la Commissione USA sulla sicurezza dei beni di consumo si è vista costretta a lanciare un appello per ricordare che l’ingestione di detersivo può essere fatale.
E se l’evoluzione darwiniana avrebbe dovuto tenerci lontano da queste irresponsabili azioni la stessa società Tide, di cui sono state prese di mira le capsule di detersivo per mettere in atto la folle sfida, ha dovuto assoldare il celebre giocatore di football americano Rob Gronkowski per registrare un breve videoclip già condiviso su Twitter nel quale si ricorda che le capsule vanno utilizzate per lavare i panni e non per essere mangiate.
What should Tide PODs be used for? DOING LAUNDRY. Nothing else.
Eating a Tide POD is a BAD IDEA, and we asked our friend @robgronkowski to help explain. pic.twitter.com/0JnFdhnsWZ
— Tide (@tide) 12 gennaio 2018
Ma non basta. Sono ancora diversi i video che vengono condivisi sui social network, così anche Facebook e YouTube si sono dovuti mobilitare: proprio in queste ore stanno rimuovendo tutti i contenuti etichettati con l’hashtag #TidePodChallenge, mentre Google invierà un richiamo a tutti i canali che hanno pubblicato video sulla citata sfida in quanto violano le norme della community di YouTube «Incoraggiano attività pericolose che presentano un rischio di danno fisico».