In attesa di una prova e di un confronto diretto con il modello precedente abbiamo parlato della soundbar Sonos Arc Ultra annunciata nei giorni scorsi in un confronto con Doug Button, Distinguished Audio Systems Engineer at Sonos, uno dei progettisti del modello top di gamma che dispone un sistema acustico completamente riprogettato grazie ad una tecnologia rivoluzionaria per i bassi e a tanti accorgimenti che rendono più presenti e precisi i suoni nel resto della gamma.
Vediamoli insieme e cerchiamo di capire le differenze con il precedente modello Arc precedente in attesa di scoprirle direttamente nella prova di ascolto comparata che troverete su macitynet a fine Ottobre.
La visione globale del progetto Sonos Arc Ultra, una soundbar del tutto nuova.
L’obiettivo di Sonos era quello di rendere più efficiente la sua soundbar sulle basse frequenze che, nel modello ARC, sono in carico all’architettura fisica dello chassis e dei trasduttori (mid-woofer ellittici) che devono lavorare sia sulle medie che sulle medio -basse: liberandoli da questa incombenza si ottengono due vantaggi: con un woofer dedicato con la tecnologia SoundMotion si aumenta l’efficienza sulla gamma inferiore (il nostro interlocutore parla di un guadagno che va da dagli 8dB a 6db sull’arco delle medio basse) riducendo la necessità di un sub esterno per chi ama un ascolto ben presente e dall’altra si possono dedicare i trasduttori installabili nello stesso spazio per migliorare presenza, direzionalità e qualità sulle note medio alte con midrange-woofer e tweeter differenziati.
Ecco quindi come cambia la componentistica della nuova soundbar Sonos rispetto al modello precedente.
A completare il tutto la volontà di migliorare la qualità del canale centrale e della riproduzione vocale con una regolazione ancora più fine dell’impatto della voce sull’equilibrio complessivo del suono e questo si ottiene sia con gli speaker dedicati sia con l’implementazione di numerose guide d’onda, già sperimentate con successo a partire dalla prima serie Move e studiate da una parte per ampliare il fronte sonoro e dall’altra per portare avanti il canale centrale ad un livello di focalizzazione e volume scelto dall’utente e ottenere una migliore qualità dei dialoghi: ora abbiamo tre diversi livelli di “presenza”.
E’ da notare che il tweeter centrale rimane più “aperto rispetto ai mid-woofer e medi e alti hanno una unica guida d’uscita per l’integrazione in un’unica sorgente e il ponte sul tweeter offre una protezione e un supporto alla griglia esterna.
Più tweeter e mid-woofer più specializzati anche per un migliore surround
Come abbiamo visto i midwoofer liberati dal dover coprire le basse frequenze ora sono al servizio del canale centrale e dall’accoppiamento con i tweeter per gestire i canali sui fianchi e quelli in altezza e pure le griglie che indirizzano il suono sono state ottimizzate per avere minori riflessioni.
Le guide d’onda sono puntate verso l’alto, di lato e frontalmente e per aiutare a creare 3 array con tutti e 5 i componenti (3 tweeter e 2 mid-woofer) su ciascun lato che vengono utilizzati.
Il risultato è quello di una separazione più netta del suono proiettato dalla soundbar che dovrebbe risultare più pulito e, grazie ad una maggiore direzionalità delle frequenze più alte avere un effetto più netto sui canali altezza del Dolby Atmos o del suono spaziale.
I bassi pieni e la soundbar più piccola
Come abbiamo detto Sound Motion mette in gioco una architettura del tutto nuova che introduce un suono più potente, bilanciato e naturale da in uno spazio ridotto rispetto alle soluzioni tradizionali e sono proprie le sue dimensioni che hanno permesso l’inserimento di un vero e proprio woofer (con una tecnologia rivoluzionaria) all’interno di una soundbar che tra l’altro è di quasi 4 mm più bassa (110,6 contro 114,3 mm) per essere posizionata più facilmente sotto i TV con supporto da mobile.
La differenza costruttiva con un woofer tradizionale è lampante e la potete notare nella foto qui sotto ma non ci sono solo la profondità e il diametro del cono ma anche la tecnologia rivoluzionaria derivata dall’acquisto dei brevetti di Mayht che a suo tempo affermava di aver reinventato “il nucleo del driver degli altoparlanti” per poter costruire altoparlanti fino a 10 volte più compatti rispetto ad altri modelli equivalenti, senza sacrificare la qualità del suono“.
Ma come funziona il woofer della nuova soundbar? Innanzitutto è collocato in una posizione asimmetrica rispetto agli altri speaker e questo perché le basse frequenze hanno una bassissima direzionalità e in più, grazie alla doppia membrana non ci sono movimenti o vibrazioni spurie che potrebbero sbilanciare il dispositivo.
I doppi speaker sono posizionati in una sorta di “cartuccia” con o motori magnetici ultraleggeri posizionati agli angoli opposti che permettono ai coni di spostare una maggiore quantità d’aria e creare una maggiore quantità di bassi.
Gli elementi di sospensione realizzati in polimeri ad alte prestazioni sono collegati ai singoli motori per fornire il massimo della stabilità per tutta la gamma dei movimenti possibili verso il basso o verso l’alto a seconda della posizioni dei motori
I bracci in alluminio (la struttura in grigio nell’immagine qui sopra) supportano rigidamente i coni e li accoppiano ai motori (trasversalmente visto che sono ai lati opposti) per il massimo delle prestazioni in uno spazio ridotto. I trasduttori sono liberi di muoversi e di tornare al punto di partenza grazie alle molle (in colore giallo nelle immagini qui sopra).
I magneti doppi per ogni motore creano un maggiore flusso magnetico e incrementano la potenza sonora. I due trasduttori si muovono in direzione opposta per un effetto di cancellazione della forza che elimina la vibrazione meccanica nei confronti dei supporti, riduce la distorsione e permette il posizionamento solidale con lo chassis senza generare problemi di vibrazione all’intera struttura.
Le potenzialità di questa soluzione non si applicano ovviamente a soundbar sempre più sottili con una estensione sui bassi mai ottenuta in precedenza ma anche a speaker portatili sempre più leggeri e impieghi in settori come l’automotive ove occorrono dimensioni ridotte e collocamento dei trasduttori in posizioni originali.
In attesa del test audio
Se state per acquistare un sistema Sonos vi consigliamo di pazientare ancora qualche giorno: sarà interessante scoprire da una parte la differenza qualitativa del suono dei modelli ARC base e Ultra e sopratutto l’efficacia del woofer con Sound motion: sarà in grado di offrirvi un sistema già efficiente sui bassi anche senza aggiungere un Sub mini o un Sub 4?
Sonos ARC Ultra è disponibile in versione bianca o nera ed è prenotabile con spedizione dal 29 Ottobre ad un prezzo di 999 € con il modello Arc in offerta a 799 Euro anche su Amazon.