Nel corso degli ultimi anni, servizi di streaming musicali come Spotify e Apple Music hanno rivoluzionato il modo di ascoltare la musica. Secondo i recenti dati pubblicati dalla Recording Industry Association of America (RIAA), queste piattaforme rappresentano il 75% dei ricavi dell’intera industria musicale degli Stati Uniti.
Il dato prende in considerazione gli account premium, e segna una crescita del 10 per cento rispetto al 2010. I profitti di 4,7 miliardi di dollari derivanti da abbonamenti hanno fatto la parte del leone nelle entrate per la musica in streaming del 2018, con un totale di 7.4 miliardi di dollari.
Per fare un paragone, tutte le vendite combinate dei supporti musicali fisici hanno riscosso un profitto di 1,2 miliardi durante lo scorso anno, con i download che aggiungono 1 miliardo di dollari al bottino complessivo di 9,8 miliardi dell’industria musicale.
Il picco massimo degli introiti musicali, come mostra anche la grafica sopra, si è registrato nel 1999 a 21,5 miliardi di euro, momento storico in cui il CD ha raggiunto il suo massimo successo. Quell’anno, gli introiti dei soli CD ammontavano a 19,2 miliardi di dollari.
Dopo aver toccato il punto più basso nel 2014, l’industria della musica ha iniziato il recupero grazie al forte aumento degli abbonamenti in streaming, soprattutto a partire dal 2018, che ha registrato il quarto anno consecutivo di crescita dei ricavi musicali.
Lo streaming di musica continua a crescere, con Spotify che ha riferito i propri dati statistici nelle scorse ore, riferendo di aver superato i 100 milioni di utenti paganti, doppiando così i dati di Apple Music. Se si guarda al solo territorio USA, invece, è Apple ad aver annunciato il sorpasso sul competitor numero uno.