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La mobilità a zero emissioni per proteggere l’ambiente e il clima

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Nei prossimi dieci anni sarà fondamentale sviluppare una mobilità a zero emissioni, per proteggere l’ambiente e il clima. Se non lo faremo, la qualità dell’aria nelle città peggiorerà notevolmente e non saranno raggiunti gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi”. Questo il pensiero di Rob de Jong, Responsabile dell’unità “Qualità dell’aria e Mobilità” del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (United Nations Environment Programme, UNEP).

Durante la pandemia c’è stata una diminuzione del trasporto globale fino all’80%, “Una specie di esperimento forzato che ha evidenziato i vantaggi della mobilità sostenibile, perché in molti luoghi la qualità dell’aria è migliorata immensamente. Dovremmo prendere spunto da questa esperienza per rendere i nostri sistemi di trasporto più sostenibili” sostiene de Jong.

Le auto hanno una lunga aspettativa di vita: un veicolo resta normalmente in circolazione per 20 anni, “prima in un Paese industrializzato e poi in genere è venduto in un Paese in via di sviluppo. Quindi, le automobili che arrivano sulle strade oggi determineranno i livelli di emissione per i prossimi due decenni”.

La mobilità a zero emissioni per proteggere l’ambiente e il clima
Rob de Jong

Proprio per questo, secondo de Jong, “le auto elettriche rappresentano uno dei tre pilastri fondamentali per la protezione del clima. Gli altri due sono i sistemi per il trasporto di massa, che devono diventare più efficienti, e l’architettura delle nostre città, che deve favorire i pedoni e i ciclisti, riducendo le distanze da percorrere. Solo se questi tre aspetti procedono in modo coordinato gli obiettivi climatici possono essere raggiunti”.

Una metropoli come Londra, per esempio, ogni anno aumenta gli investimenti in infrastrutture stradali, solo per stare al passo con la congestione del traffico. Ma cosa accadrebbe se ogni impiegato lavorasse da casa un giorno alla settimana? “Il traffico calerebbe in modo significativo, le grandi città potrebbero risparmiare miliardi di investimenti in infrastrutture e questi fondi potrebbero essere utilizzati per la mobilità rispettosa del clima”.

“I Paesi in via di sviluppo devono evitare gli errori dei Paesi industrializzati e concentrarsi immediatamente sul trasporto non motorizzato e sulla mobilità elettrica” spiega de Jong, che vive e lavora in Kenya. “Qui il numero di veicoli circolanti raddoppia ogni sette-otto anni. Non c’è tempo per uno sviluppo lento e graduale”.

NEP lavora con più di 60 Paesi per creare condizioni favorevoli alla mobilità pulita. Un esempio? “Collegando la tassazione delle automobili alle emissioni di CO₂, molti Paesi hanno migliorato del 20% il bilancio di CO₂ dei veicoli importati senza perdere nemmeno un centesimo di gettito fiscale. È fondamentale che ci sia uno sforzo congiunto di politici, case automobilistiche e società per ridurre a zero le emissioni di CO₂ nel settore dei trasporti”.

“Il parco circolante globale di tutti i veicoli continua a crescere, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Non possiamo permetterci che questa crescita avvenga con i motori a combustione interna. Dobbiamo stabilire congiuntamente obiettivi regionali e globali per passare alla mobilità a zero emissioni, seguiti da piani d’azione concreti” ribadisce de Jong.

“Non tutti i Paesi possono progredire abbastanza velocemente da soli, per questo serve un progetto congiunto per la mobilità elettrica, che coinvolga Istituzioni e costruttori. Ad esempio, le aziende automobilistiche, in accordo con i governi, potrebbero stabilire insieme di non produrre più auto a combustione interna dopo il 2030. E c’è anche bisogno di una campagna globale davvero aggressiva”.

“Le città andrebbero progettate in base alle esigenze delle persone e non in base a quelle del traffico automobilistico. Gli esempi virtuosi non mancano: Copenhagen, Amsterdam e, sempre più, New York. Non si tratta di vietare le auto, ma di pensare la mobilità intorno agli esseri umani piuttosto che intorno all’uso individuale delle auto” continua de Jong.

I Paesi Bassi in questo sono un ottimo esempio, perché disegnano le città secondo i bisogni delle persone, hanno eccellenti trasporti pubblici e sono pionieri dell’e-mobility. E Amsterdam è già una della capitali mondiali per l’utilizzo delle biciclette.


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