Issey Miyake è uno stilista giapponese noto per creazioni caratterizzate dalla ricerca di nuovi materiali e tecnologie futuristiche e dai colori cupi; tra le tante cose realizzate dallo stilista, il dolcevita di colore nero che Steve Jobs amava indossare. Il defunto co-fondatore di Apple ha mantenuto per anni lo stesso stile per andare al lavoro e nelle presentazioni di nuovi prodotti Apple: il maglioncino scuro dolcevita in oggetto, jeans Levis 501 e scarpe da ginnastica New Balance 991.
Il dolcevita che piaceva a Jobs non è più in produzione dal 2011 ma Issey Miyake Inc. – il brand dello stilista e artista nipponico – a luglio di quest’anno proporrà un capo d’abbigliamento molto simile, denominato Semi-Dull T, realizzato per il 60% con poliestere e il 40% in cotone.
L’azienda evidenzia che non si tratta di una replica; il capo, disegnato da Yusuke Takahashi, pupillo di Miyake, ha una sagoma più rifinita e collo ad anello leggermente più alto.
La storia del perché Jobs indossava questo maglione è nota ed è raccontata da lui stesso nella biografia scritta da Walter Isaacson, che a un certo punto aveva pensato a un uniforme per i dipendenti della Mela.
L’idea dell’uniforme era nata a inizio anni ’80 durante una visita alla sede Sony in Giappone; negli uffici e stabilimenti Sony tutti i dipendenti vestono, appunto, un’uniforme aziendale, una «tradizione che deriva – aveva detto a Jobs l’allora amministratore delegato Sony, il leggendario Akio Morita – dalla povertà conseguente agli effetti della seconda guerra mondiale, quando l’azienda si era sentita in dovere di dare ai suoi lavoratori qualche cosa con cui vestirsi dignitosamente» ma che poi si è evoluta nel corso degli anni e, passando anche attraverso l’azione di alcuni famosi designer è diventata un modo di dare un’identità aziendale e un legame tangibile tra colleghi di lavoro.
Jobs aveva pensato che potesse essere una buona idea fare la stessa cosa in Apple e aveva assegnato al famoso stilista Issey Miyake (che aveva disegnato proprio la divisa Sony vista in Giappone) il compito di fornire alcuni campioni di una sorta di gilet che sarebbe dovuto essere il segno distintivo dei dipendenti Apple. L’idea una volta presentata a Cupertino è stata però immediatamente bocciata: «Ragazzi, quanti “buuu” ricevetti dalla folla. L’idea non piaceva a nessuno», raccontava Jobs. Ma se il capo di Apple aveva dovuto mettere da parte l’idea di dare ai lavoratori della Mela una uniforme, non altrettanto è stato per sé stesso.
Jobs nel corso dei mesi precedenti e proprio per effetto dell’idea di creare un’uniforme per il “popolo” della Casa di Cupertino, era divenuto amico di Miyake chiedendogli di fargli «alcune girocollo nero che mi piacevano, per vestirle come una divisa questo sia per praticità che per comunicare uno stile e lui me ne ha fornite un centinaio». Isaacson di fronte a questa affermazione e specificatamente sul “centinaio” di girocollo rimase piuttosto sorpreso ma Jobs provvide immediatamente a dissipare ogni dubbio aprendo un armadio dove effettivamente erano impilate una sull’altra un centinaio di girocollo: «ecco – disse Jobs – questo è quello che indosso, ne ho abbastanza fin che vivrò».