Le forze dell’ordine continuano a perorare la causa contro i meccanismi di cifratura integrati da Apple e Google nei rispettivi sistemi operativi per dispositivi mobili, accusando ancora una volta queste procedure di intralciare il lavoro per catturare assassini, pedofili, mercanti del sesso e terroristi.
“Le nuove policy di Apple e Google hanno reso più difficile tutelare le persone dalla criminalità” si legge in un pezzo d’opinione scritto su The New York Times da un gruppo di persone appartenenti alla polizia e alla magistratura. Il punto di vista è condiviso dal procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus R. Vance Jr., dal procuratore capo di Parigi François Molins, dal Capo della Polizia della City di Londra Adrian Leppard e da Javier Zaragoza, procuratore distrettuale dell’Alta Corte di Spagna.
Essi sostengono che permettere alle persone di cifrare i propri dati senza una backdoor obbliga le forze dell’ordine “a procedere con una mano legata dietro la schiena” e gli interventi che hanno portato a queste azioni, quali ad esempio lo scandalo che ha svelato l’esistenza del sistema di raccolta dati dell’NSA, è stato deplorevole ma non giustifica la risposta delle società IT.
“Il nuovo sistema di cifratura di Apple non avrebbe permesso la raccolta di dati di massa dell’NSA svelata da Snowden”, si legge nell’articolo, spiegando ad ogni modo che, a loro dire, una backdoor è necessaria “non per violare le libertà civili ma per sbloccare telefoni in caso di provvedimenti giudiziari secondo quanto previsto da “norme legittime e trasparenti”. L’effettiva legittimità e trasparenza di tali norme non viene ad ogni modo affrontata nell’articolo in questione.
iPhone inaccessibili e cifrati avrebbero bloccato alcune indagini, incluse quelle riguardanti “un tentato omicidio da parte di tre individui, ripetuti abusi sessuali su un bambino, un tentativo d’induzione alla prostituzione, varie aggressioni e rapine”. Non sono state ad ogni modo indicate statistiche prima e dopo l’uso dei meccanismi di cifratura, rendendo difficile capire se effettivamente quanto e in che misura questi creano problemi rispetto al passato.
Non è la prima volta che le forze dell’ordine prendono di mira i meccanismi di cifratura integrati nei dispositivi mobili e non sarà probabilmente neanche l’ultima. Vance, Molins, Leppard e Zaragoza, affermano che questi meccanismi offrono solo “benefici marginali” e invitano i governi a disciplinare la questione.