Un Wi-Fi molto più veloce e un ambiente con meno disturbi elettromagnetici. È questo che emerge dalla tesi di dottorato di Joanne Oh, una studentessa dei Paesi Bassi, nella quale è stata dimostrata un’interessante idea innovativa: la possibilità di usare la luce a infrarossi per trasportare dati wireless. Le potenzialità del sistema proposto sono enormi, consentendo di arrivare a oltre 40 gigabit al secondo, un flusso molto più elevato rispetto al singolo gigabit al secondo che è possibile ottenere con lo standard 802.11ac.
Il sistema a infrarossi, si spiega in un comunicato dell’Università tecnica di Eindhoven, può avere come target più dispositivi contemporaneamente, è economico da creare e, contrariamente al WiFi tradizionale, non soffre di problematiche legate alle interferenze radio. Il team di ricerca ha testato al momento le velocità in download e solo a brevi distanze (2.5 metri) ma le potenzialità sono evidenti. Interessante notare che non è necessario direzionare in alcun modo il segnale: il trasmettitore è potenzialmente in grado di inviare raggi luminosi con angolazioni specifiche direttamente verso i dispositivi abilitati.
Non essendo necessarie parti in movimento, i requisiti a livello di alimentazione sono modesti. Le antenne riflettenti possono irradiare i raggi luminosi verso angoli differenti, inquadrando accuratamente più target contemporaneamente e senza problemi di congestione. Poiché gli infrarossi non sono ovviamente in grado di passare i muri, è necessario installare antenne in più stanze. La luce a infrarossi è innocua agli occhi umani e non è necessario distogliere lo sguardo dal trasmettitore.
Dispositivi veri e propri potrebbero essere pronti nel giro di cinque anni. Diremo addio alle connessioni senza fili come le conosciamo oggi?