La velocità della GPU del Galaxy S4 potrebbe non essere sempre quella che appare; l’azienda coreana, infatti, potrebbe avere ottimizzato (ma qualcuno preferisce usare il termine “taroccato”) il sistema per migliorare i risultati che arrivano dei benchmark. Questo, almeno, quel che sostiene AnandTech. L’autorevole sito americano pubblica a supporto di questa tesi un articolo piuttosto dettagliato corredato da meticolose tabelle frutto di una prova eseguita seguendo le affermazioni dell’hacker lussemburghese Nebuchadnezzar (presente anche su Twitter come AndreiF7), membro del forum Beyond3D.
Il sistema usato per fare della sua ultima creatura la più “bella” del reame sarebbe noto e conosciuto perché spesso usato nel mondo dei PC tradizionali: rendere il sistema operativo consapevole della presenza di un software per i test di velocità e adeguarsi a esso, sbloccando nella GPU, un core PowerVR SGX 544MP3, che affianca il processore (l’Exynos 5 Octa dotato di 4 core ARM Cortex A15 e 4 r ARM Cortex A7) velocità non disponibili nell’uso comune. La prova che anche nel mondo del mobile viene applicata questa piuttosto discutibile politica, emerge dall’uso di suite come GLBenchmark 2.5.1, AnTuTu, Quadrant. Utilizzando questi applicativi, Galaxy S 4 mostra velocità di clock della GPU elevate (532 MHz, un MHz sotto la massima possibile) mentre usando giochi o altre applicazioni la velocità di clock scende a 480MHz.
Per svolgere questa “funzione” Il sistema operativo è stato modificato ad hoc come proverebbe la navigazione nel codice dove è stato possibile individuare stringhe (es. “benchmarkBooster”) che sembrano fare esplicito riferimento alla presenza delle applicazioni in questione. AnandTech ha scoperto che Samsung userebbe lo stesso trucco anche quando il sistema ha a che fare con Fusion3 (la combinazione CPU Snapdragon 600 + MDM9x15) e Adonis (nome in codice del SoC Exynos 5 Octa) segno che i benchmark mostrati sono ottimizzati anche quando è sfruttato uno di questi processori. Una prova eseguita con GFXBench 2.7 (applicazione esente dal “problema”) ha mostrato prestazioni mediamente inferiori dell’11%.
Come accennato e come notato da Anandtech, siamo di fronte ad un fenomeno conosciuto, un abbellimento che i produttori di chip utilizzano per presentare prestazioni nominalmente superiori quando viene avviato uno strumento di benchmark, ma non fruibili nell’uso comune, questo mediante l’uso di set d’istruzioni speciali che sbloccano i processori e collocano il sistema di governo in una modalità “ultra prestazioni”.
Il sito chiude invitando Samsung «ad aprire questi settaggi a tutte le applicazioni e tutti gli utenti, mediante un sistema controllato e accessibile che sblocchi la frequenza di 532 MHz. In alternativa l’ottimizzazione deve essere rimossa. Fingere di nulla, significa scatenare una battaglia tra i produttori di SoC e dei dispositivi, sprecando una non insignificante quantità di tempo per trovare il sistema per ingannare i benchmark invece che nel migliorare l’esperienza utente. Quel che serve – ammonisce il sito – è proprio avere una buona qualità di utilizzo per l’utente finale; buoni benchmark arriveranno indirettamente e non si tratterà di benchmark che corrono il rischio di essere irrilevanti».