Gli smartwatch potrebbero fornire un contributo fondamentale per frenare il Coronavirus. La chiave è nel fatto che si tratta di dispositivi personali, collegati anche fisicamente al corpo e capaci di tracciare parametri specifici senza alcuna azione da parte dell’utente e per questo molto più capacità di operare come un pilastro del sistema di tracciamento e prevenzione.
Uno studio specifico in questo senso è stato sviluppato in Germania dall’istituto Robert Koch che si occupa di gestire ogni aspetto della diffusione del virus nella Repubblica Federale. Per sperimentare la capacità di dispositivi prodotti da aziende come Apple, con il suo Apple Watch, Fitbit e Garmin di dare un contributo al tracciamento del virus è stata realizzata un’app denominata Corona-Datenspende capace di registrare dettagli su attività quali: camminata, esercizio e riposo, ma anche pressione sanguigna, battito cardiaco, temperature e dati socio-demografici quali età, sesso e peso e così via. Utilizzando i big data e specifici algoritmi viene elaborata una mappa geografica di persone che manifestano sintomi connessi all’infezione del virus.
Come spiega Oliver Amft, che presiede la cattedra di salute digitale alla Università Friedrich Alexander di Erlangen e Norimberga, “Gli indicatori dell’infezione del virus che derivano dai sensoreisono più affidabili dell’input manuale dei sintomi nello smartphone”
Finora l’app per smartwatch è stata scaricata da oltre 50.000 persone; Dirk Brockmann, responsabile del progetto dell’app per la raccolta dei dati, spera che almeno 100.000 utenti diano il consenso all’invio dei dati; nonostante potenziali problematiche dal punto di vista della privacy, come accennato questi dati potrebbero essere preziosi per ricavare informazioni utili ai ricercatori in vari ambiti. Ovviamente il tutto deve essere fatto con modalità legali, commisurate, etiche e nel rispetto della privacy degli utenti.
Su un versante del tutto diverso, una startup denominata Proxxi, ha creato un dispositivo da polso per i dipendenti del settore elettrico. Lo scopo principale è quello di allertare gli utenti quando sono troppo vicini all’alta tensione) e un dispositivo denominato “Halo” è in grado di individuare altri dispositivi simili nelle vicinanze, vibrando quando qualcuno si avvicina troppo. Come è facile immaginare un sistema di questo tipo potrebbe essere utile per consentire in vari ambienti di rispettare il distanziamento sociale, magari registrando chi si è avvicinato a chi, dati che portebbero essere prezioso se qualcuno dovesse contrarre l’infezione da coronavirus.
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