La Direction générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des fraudes (DGCCRF), autorità francese per la concorrenza e la tutela dei consumatori, ha condannato Apple al pagamento di una sanzione da 25 milioni di euro per “mancanza di informazioni obbligatorie” per la questione delle batterie esauste che portavano al rallentamento del processore sui “vecchi” iPhone con iOS 11.3.
Nel 2018 Apple aveva ammesso di rallentare i processori dei vecchi iPhone (iPhone 6, 6 Plus, 6s, 6s Plus, 7, 7 Plus e SE) con batterie degradate, al fine di evitare spegnimenti improvvisi. In seguito alla scoperta, Apple ha integrato una funzione nel sistema operativo che – a partire da iOS 11.3 consente all’utente di decidere se attivare o meno il “throttling”, oltre ad offrire la sostituzione delle batterie al prezzo ridotto di 29 euro per tutto il 2018.
Della condanna di Apple riferisce il quotidiano Le Parisien spiegando che arriva in seguito a una denuncia presentata alla fine del 2017 dall’associazione Halte à l’Obsolescence Programmée (HOP). Questa associazione aveva presentato un reclamo che ha portato l’ufficio del pubblico ministero di Parigi ad avviare un’azione legale che si è chiusa soltanto ora.
Il rallentamento di Apple aveva ragioni tecniche che l’associazione non mette in discussione ma quello che non è stato gradito è stata l’assenza di informazioni chiare all’utente. Loïc Tanguy, a capo della DGCCRF, spiega che «I consumatori avrebbero dovuto essere informati del rischio. Omettere informazioni nei confronti dei consumatori costituisce una pratica di marketing ingannevole».
Apple ha già accettato di pagare l’importo richiesto dalla DGCCRF e la società dovrà anche pubblicare un comunicato stampa sul suo sito web. Contattata dal giornale francese, un portavoce della società ha dichiarato di apprezzare l’accordo raggiunto con DGCCRF e riferito che «L’obiettivo dell’azienda è da sempre quello di creare prodotti sicuri e apprezzati dai nostri clienti; e permettere che l’iPhone duri il più a lungo possibile è una parte importante delle nostre scelte».
La sanzione potrebbe essere la più importante mai rivendicata dall’organizzazione francese ma non è molto elevata tenendo conto del fatturato di Apple. Per quanto riguarda l’associazione Halte à l’Obsolescence Programmée (HOP), DGCCRF non riconosce un suo ruolo. «È stata l’assenza di informazioni ad avere portato a questo risultato, la nostra indagine non ha evidenziato l’obsolescenza pianificata in senso giuridico». Di conseguenza, Apple non sarà obbligata a risarcire quanti si erano rivolti all’associazione. Questi possono eventualmente decidere in proprio di avviare un’azione legale e chiedere individualmente un risarcimento.
Ricordiamo che sul rallentamento software degli iPhone 6 e iPhone 6s sono state avviate numerose cause legali in diversi paesi, Italia inclusa, alla fine del 2017. Sempre nel nostro Paese a gennaio 2018 è stata avviato un procedimento da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, procedura che si è conclusa con una multa da parte del Garante ad Apple per 10 milioni di euro e anche a Samsung per 5 milioni di euro. Oltre alle ammende la sentenza imponeva ad entrambe le società di pubblicare un pagina in Italiano sui propri siti web per informare gli utenti.
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