Misurare la frequenza cardiaca e respiratoria con la fotocamera dello smartphone. E’ quel che sarà possibile fare con i Google Pixel attraverso l’aggiornamento di Google Fit in arrivo il mese prossimo, agevolando così il controllo della salute corporea anche quando non si hanno sensori indossabili a portata di mano.
In un mondo ancora in crisi pandemica e dove c’è un virus, il Sars-Cov-2, che attacca principalmente le vie respiratorie, la misurazione di questi parametri può essere fondamentale nella diagnosi precoce di un eventuale contagio e ha così la potenzialità di salvare delle vite. Google come Apple è molto attenta alla salute dei propri utenti e l’aggiornamento in arrivo non fa altro che rafforzare le intenzioni di offrire strumenti e funzioni a supporto della prevenzione.
Nel momento in cui questa nuova opzione sarà disponibile basterà aprire l’app Google Fit e, nella schermata principale, selezionare la scheda relativa all’avvio della misurazione interessata. Per quanto riguarda la frequenza cardiaca sarà sufficiente poggiare il polpastrello di una delle dita della mano sopra la fotocamera posteriore: l’accensione del flash contribuirà al rilevamento dei battiti attraverso le variazioni di colore generate dal flusso sanguigno. Niente di speciale, lo fanno tante altre app già dal 2014.
La misurazione della frequenza respiratoria invece avverrebbe sempre tramite la fotocamera posteriore, ma scandagliando il mezzo busto attraverso i movimenti del petto. Per il momento è stato reso noto che la misurazione dura circa trenta secondi, durante i quali il telefono dovrà essere mantenuto sollevato. Probabilmente sarà necessario inquadrarsi il corpo con pochi vestiti indosso (perché la domanda è: con felpe e vestiti larghi funzionerà lo stesso?), anche se Google non spiega come funziona il sistema quindi per scoprirlo bisognerà attendere il rilascio pubblico della funzione.
A vederla così può dare l’idea di un sistema poco preciso ma in realtà l’azienda ha già superato tutti i test clinici necessari per garantire che la misurazione sia accurata e che funzioni con tutte le tonalità della pelle, per tutte le età e in qualsiasi condizione di illuminazione. Manca l’autorizzazione della FDA, pertanto le misurazioni ottenute non vanno considerate per la diagnosi medica o per valutare le condizioni cliniche, che andrebbero invece richieste sempre da un esperto.
Sebbene anche le fotocamere dei nuovi iPhone 12 e dei top di gamma di Samsung dovrebbero probabilmente essere in grado di funzionare con l’app Google Fit per questo scopo, al momento il sistema è stato testato e approvato per funzionare soltanto con le fotocamere dei Google Pixel, che di conseguenza avranno l’esclusiva almeno fino a quando un aggiornamento ulteriore – che non è da escludere – aggiungerà il supporto ad altri telefoni.
Infine, dal punto di vista della privacy, tutte le misurazioni restano sul dispositivo a meno che l’utente non decida di salvarle sul cloud associato all’app Google Fit, ma ci sarà comunque la possibilità di cancellarle manualmente in qualsiasi momento dalle impostazioni dell’account.