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Non c’è niente di nuovo nel dire che Siri è generalmente considerato inferiore a Google Assistant in termini di funzionalità offerte, ma stando a quanto emerge da un articolo di Reuters, l’assistente virtuale di Apple ha ancora un vantaggio non indifferente: il numero di lingue supportate.
Sono 21 e localizzate in 36 paesi, alle quali oggi si aggiunge il dialetto shanghainese, una particolare variante del cinese che si parla soltanto a Shanghai. Nel confronto, la concorrenza impallidisce: Cortana conosce 8 lingue per 13 paesi, Google Assistant parla solo 4 lingue ed Alexa di Amazon è attualmente fermo all’inglese e al tedesco. Tuttavia, secondo Oren Etzioni – amministratore delegato dell’istituto Allen di Seattle per l’Intelligenza Artificiale – Apple si sarebbe rilassata troppo, sperperando questo distacco specialmente quando si parla di comprensione del parlato e risposta alle domande «Siri è stato il primo assistente virtuale ad essere lanciato sul mercato, quindi a quest’ora avrebbe dovuto avere a disposizione i migliori algoritmi, ma non è così».
Secondo Charles Jolley, creatore di un assistente virtuale chiamato Ozlo, il fulcro del problema sarebbe di tipo metodologico, risiederebbe cioè nel modo con cui Apple attualmente lavora per aggiungere una nuova lingua a Siri. Per prima cosa – spiega – viene assunto un gruppo di persone con accenti, voci e dialetti diversi per leggere una serie di brani che verrebbero poi fatti “imparare” al computer. Successivamente, Apple acquisice una parte dei comandi impartiti dagli utenti, con tanto di rumore di fondo: questi dati, nel pieno dell’anonimato, vengono utilizzati dai tecnici per correggere le imperfezioni e ridurre conseguentemente la percentuale di errore nel riconoscimento vocale. Due fasi che non costituirebbero un metodo ottimale per mantenere il vantaggio competitivo, specialmente se consideriamo che, non appena si raccoglie un numero sufficiente di dati, è necessario assumere un doppiatore per registrare nuovamente le frasi modificate.
La soluzione – conclude – è quella di «Sintetizzare le risposte», ma si tratta di qualcosa che probabilmente Siri non vedrà ancora per diversi anni. Di contro Viv, l’assistente vocale sviluppato dai creatori di Siri (qui una demo), risolve proprio questo specifico problema. La startup è stata acquisita da Samsung lo scorso ottobre e la sua tecnologia dovrebbe essere proprio quella che troveremo in Bixby con il Galaxy S8 in arrivo. Staremo a vedere.