Il dubbio esiste da anni: parlare di sistemi di condivisione e materiali piratati costituisce già di per sé una violazione del copyright? Prima dell’esplosione del web il quesito circolava nelle redazioni di giornali e riviste, per poi trasferirsi e ingigantirsi con la diffusione del web. Ora però arriva un parere autorevole in materia in grado di cambiare tutto: infatti, secondo un consigliere della Corte europea, i collegamenti a materiali pubblicati altrove, anche senza l’autorizzazione dell’autore, non costituiscono una infrazione del copyright.
Il parere è stato richiesto per una inchiesta in corso in Olanda in cui un sito web locale ha pubblicato dei link a fotografie di una celebrità realizzate per la rivista Playboy, raccolte su un sito web australiano, senza che questo però avesse l’autorizzazione per farlo. Nell’interpretazione del consigliere della Corte europea il soggetto che viola il copyright è chiaramente il sito australiano o qualsiasi sito che renda disponibili agli utenti contenuti e materiali piratati, non invece la diffusione e la pubblicazione dei collegamenti ipertestuali da parte di altri siti, più comunemente chiamati link.
“Gli hyperlink che conducono, anche direttamente, a lavori protetti non li stanno rendendo disponibili al pubblico quando questi [materiali, ndr] sono già accessibili liberamente su un altro sito web, e servono solo per facilitare la loro scoperta” come riportato da Reuters. Come precisato dal consigliere si tratta di una interpretazione a favore della rete. Pur trattandosi di un parere e non avendo forza di legge, solitamente la Corte europea allinea le proprie decisioni alle indicazioni dei propri avvocati consiglieri esperti in materia.