La Corea del Nord continua a negare qualsiasi coinvolgimento nel recente attacco informatico a Sony Pictures mentre la vicenda continua a diventare sempre più complessa e ad assumere contorni quasi grotteschi. I funzionari del ministero degli Esteri della Corea del Nord hanno annunciato attraverso l’agenzia di stampa del Governo la proposta di condurre un’indagine congiunta con gli Stati Uniti a proposito dell’incidente informatico, ma dopo avere usato la carota, ecco il bastone: «se gli USA continueranno a calunniare il nostro governo ci saranno gravi conseguenze»
La presa di posizione di Pyongyang, arriva al culmine di una serie di passaggi iniziati con la produzione da parte di Sony di un film, The Interview, con il quale si mette alla berlina Kim Jong Sun Un il “caro presidente” della Corea del Nord, proseguiti con le proteste e le minacce del Governo del paese asiatico, un attacco hacker ai server di Sony,infine con la decisione da parte dello studio di Hollywood, di sospendere la distribuzione del film. Nel frattempo l’FBI ha confermato, basandosi su alcuni indizi, che l’attacco ai server di Sony sarebbe effettivamente partito dalla Corea del Nord mentre anche il presidente degli Stati Uniti si prendeva la briga di far sentire la sua voce: «Sony ha sbagliato a sospendere la distribuzione del film, doveva prima consultarsi con il nostro Governo»
Visto che la questione pare essere ormai divenuta una faccenda tra stati, non stupisce che sia la KCNA, l’agenzia di stampa ufficiale del governo Nord Coreano a far sentore la sua voce. «Neghiamo ogni coinvolgimento e le accuse americane sull’attacco informatico. Proponiamo una commissione congiunta per verificare quale sia la vera origine. Ci saranno gravi conseguenze se la nostra proposta non sarà accettata». Nello stesso tempo KCNA attribuisce ad un no precisato portavoce, un elogio all’attacco informatico che sarebbe stato un’azione meritevole.
Da parte sua Obama non ha lesinato parole dure, arrivando a promettere una risposta: «proporzionata e mirata, nei tempi e nei modi che sceglieremo»