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Per la Commissione Europea Apple deve togliere i blocchi geografici dai suoi servizi

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La Consumer Protection Cooperation (CPC) Network delle autorità nazionali dei consumatori e la Commissione Europea hanno notificato a Apple l’esistenza di “numerose pratiche potenzialmente vietate” identificate nei servizi “Apple Media”, ossia App Store, Apple Arcade, Musica, iTunes Store, Libri e Podcast. CPC ha chiesto a Apple di conformare le proprie pratiche tenendo conto delle norme che vietano il geoblocking (tecnologia che limita l’accesso ai contenuti Internet in base alla posizione geografica dell’utente).

L’azione nei confronti di Apple è guidata da competenti autorità nazionali di Belgio (Directorate General for Economic Inspection), Germania (Bundesnetzagentur) e Irlanda (Competition and Consumer Protection Commission) con il coordinamento della Commissione europea.

CPC avrebbe individuato una serie di limitazioni nei servizi Apple Media che, secondo le valutazioni del network, “discriminano illegittimamente i consumatori europei in base al loro luogo di residenza”.

In particolare, i consumatori riscontrano limitazioni quando si tratta di: accesso online (interfacce diverse per nazioni diverse), metodi di pagamento (possibilità di pagare solo con carte di credito/debito della nazione nella quale è stata registrato l’account), download (impossibile accedere all’App Store di una nazione di altri Paesi UE/SEE).

La Commissione Europea indaga su accordi tra Apple e operatori di telefonia
Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

CPC Network e la Lotta ai Blocchi Geografici Ingiustificati

CPC Network ricorda che misure del Parlamento Europeo e del Consiglio impediscono blocchi geografici ingiustificati e altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità, sul luogo di residenza o sul luogo di stabilimento degli utenti.

Trattamenti Discriminatori nel Mercato Interno

Nel mercato interno, non possono essere messi in atto trattamenti discriminatori con riferimento alle transazioni relative alla vendita di beni o alla fornitura di servizi, indipendentemente dal fatto che il cliente sia stabilito in uno Stato membro o in un paese terzo.

Regolamento 2018/302

Nel regolamento 2018/302 si legge:

“Per incrementare le possibilità per i clienti di accedere alle informazioni relative alle vendite di beni e alla prestazione di servizi nel mercato interno e aumentare la trasparenza, anche per quanto riguarda i prezzi, i professionisti non dovrebbero impedire ai clienti, attraverso l’uso di strumenti tecnologici o di altro tipo, di avere pieno e pari accesso alle interfacce online, anche sotto forma di applicazioni mobili, in base alla nazionalità, al luogo di residenza o al luogo di stabilimento.”

Gli strumenti tecnologici per impedire tale accesso possono comprendere, in particolare, le tecnologie utilizzate per determinare l’ubicazione fisica del cliente, compresa la tracciabilità di tale ubicazione attraverso un indirizzo IP o le coordinate ottenute tramite un sistema globale di navigazione satellitare.

Parità di Trattamento

In aggiunta:

“Al fine di garantire la parità di trattamento dei clienti ed evitare discriminazioni, come previsto dal presente regolamento, i professionisti non dovrebbero progettare le loro interfacce online, o utilizzare strumenti tecnologici, in modo da impedire, all’atto pratico, ai clienti di altri Stati membri di completare agevolmente i loro ordini.”

Prossimi Passi per Apple

Apple ha ora un mese di tempo per rispondere formalmente alle conclusioni della Commissione, proporre impegni effettivi e allineare le proprie pratiche alle normative UE.

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