Sono due le indagini formali che la Commissione Europea ha avviato nei confronti di Motorola: una per appurare eventuali abusi di brevetti standard nei confronti di Apple e Microsoft, il secondo per determinare il mancato rispetto degli impegni assunti con gli enti europei per la cessione in licenza delle tecnologie in suo possesso. Negli scorsi mesi sia Apple che Microsoft hanno presentato esposti in Europa contro il comportamento anti-concorrenziale di Motorola che avrebbe richiesto percentuali ben al di sopra di quelle previste con termini di licenza FRAND per tecnologie considerate standard di settore. Dopo l’avvio di alcune indagini preliminari e informali nelle scorse settimane, oggi a breve distanza arriva l’annuncio della Commissione sull’avvio di indagini ufficiali.
La prima indagine mira a verificare se Motorola abbia o meno sfruttato indebitamente brevetti e tecnologie in suo possesso per ottenere condizioni di vantaggio da Apple sulle tecnologie 2G e 3G e poi anche nei confronti di Microsoft per i brevetti sulle tecnologie video H.264. In entrambi i casi si sospetta che Motorola abbia fatto leva sui brevetti in suo possesso per attaccare legalmente sia Cupertino che Redmond. La seconda indagine mira invece a determinare se Motorola abbia infranto con il suo comportamento gli accordi precedentemente presi con gli enti europei sugli standard, in particolare per la cessione in licenza delle tecnologie con termini e condizioni FRAND, sigla di fair, reasonable e non-discriminatory, cioè licenze eque, ragionevoli e non discriminatorie.
Secondo gli osservatori l’avvio delle indagini da parte della Commissione Europea mira a scoraggiare l’intervento dei tribunali dei vari paesi, in particolare in Germania, su accuse e cause che partono da standard e brevetti con definizioni ambigue. Se Motorola dovesse essere giudicata colpevole dall’indagine anti-trust almeno in Europa si potrebbe assistere alla chiusura di decine di cause legali in corso. Oltre al danno di immagine per Motorola stessa, la vicenda potrebbe avere ripercussioni anche per Google che ne ha annunciato l’acquisizione diversi mesi fa. 
