Presentata nel mese di marzo la lettera di reclamo di Spotify alla Commissione europea che accusa Apple di pratiche anticompetitive su App Store e nel settore della musica in streaming ha ottenuto l’effetto desiderato: la Commissione europea infatti ha aperto una indagine antitrust all’inizio di maggio. Nelle scorse ore però Margrethe Vestager, commissario europeo della concorrenza, ha dichiarato che la Commissione europea è ancora in attesa di una risposta ufficiale di Cupertino.
In realtà la multinazionale di Cupertino ha risposto a Spotify a stretto giro di posta, con un lungo e appassionato post pubblicato il 15 marzo, quindi solamente due giorni dopo il reclamo di Spotify. Nel messaggio Cupertino risponde punto a punto alla lettera di reclamo del servizio di streaming musicale numero uno al mondo, dichiarando che Spotify pretende tutti i benefici di App Store e dell’economia delle app, creati da zero da Apple, senza voler però sottostare alle regole note da tempo e valide per qualsiasi sviluppatore, e senza voler contribuire ai costi necessari per gestire e migliorare la piattaforma.
Lo scambio di missive tra Spotify ed Apple è di pubblico dominio, ma naturalmente il commissario europeo fa riferimento a una risposta ufficiale e formale richiesta da Apple all’interno dell’indagine antitrust in corso.
«Ci stiamo occupando di questo e abbiamo fatto domande in questo mercato, ma naturalmente anche ad Apple stessa, perché rispondessero alle accuse. E quando risponderanno, ne sapremo di più», ha dichiarato Margrethe Vestager, riportata da Reuters, rispondendo a una domanda da parte dei giornalisti sul caso, a margine di una conferenza OCSE.
Nelle ultime settimane e mesi la pressione nei confronti di Apple sul versante App Store e le accuse di pratiche anticompetitive quando se non addirittura monopolistiche è aumentata considerevolmente sia n Europa che in USA e non solo. Negli USA la corte Suprema ha dato il via libera a possibili cause collettive antitrust relative ad App Store. Anche in Russia Apple è stata denunciata alle autorità per pratiche anticompetitive dallo sviluppatore Kaspersky.