In Cina si è deciso di interrompere la produzione di 553 di autoveicoli, modelli che non soddisfavano norme governative sul consumo di carburante. Lo riferisce il sito Xinhuanet spiegando che la decorrenza della sospensione parte dall’1 gennaio, come riferito dal China Vehicle Technology Service Center che cita a sua volta il ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione.
È la prima volta che le autorità cinesi hanno compiuto questa scelta e i modelli di cui si è deciso di interrompere la produzione includono auto di maggiori produttori nazionali e joint venture quali FAW-Volkswagen, Beijing Benz Automotive, Chery e Dongfeng Motor Corporation.
In Cina da qualche anno finalmente c’è sensibilità sul problema e il paese è alla ricerca di soluzioni energetiche alternative che possano ridurre suoi i preoccupanti livelli di inquinamento ambientale. Se da un lato la crescita industriale ha migliorato le condizioni di vita di milioni di persone, dall’altro lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali ha innalzato i livelli di smog con conseguenze sull’ambiente e la società in genere.
Recentemente è stata annunciata una proroga per tre anni, fino alla fine del 2020, l’esenzione fiscale per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi. L’obiettivo del governo cinese è di contenere l’aumento delle emissioni nazionali di CO2, che a oggi contribuiscono per il 30 per cento all’output mondiale. Grazie all’introduzione di sovvenzioni statali nel 2016 le vendite di auto elettriche in Cina hanno superato le cinquecento mila unità, pari al cinquanta per cento delle vendite mondiali, raggiungendo finora le 800 mila unità vendute.