La CIA ha sorvegliato “alcuni” cittadini americani: è quanto emerge da una lettera parzialmente declassificata che i senatori Ron Wyden e Martin Heinrich hanno inviato all’agenzia di spionaggio civile lo scorso aprile, quando sono venuti a conoscenza di un programma segreto di sorveglianza di massa che fino all’anno scorso era stato tenuto nascosto persino al Comitato di intelligence del Senato.
Si parla più in generale di monitoraggio dell’utilizzo di internet e dello smartphone di “alcuni” cittadini, ma non si sa molto altro. Ad esempio non sono chiari lo scopo né come la Central Intelligence Agency impiegherebbe questi dati raccolti, quanto è stata avviata la sorveglianza e, peggio ancora, se il programma è ancora operativo.
Tramite la lettera, che come dicevamo per adesso è stata mostrata solo parzialmente, i due senatori esortavano l’agenzia ad informare la popolazione sul programma, sulla tipologia di documentazione raccolta, nonché il rapporto tra la CIA e le sue fonti di intelligence, il quadro giuridico del programma, la quantità di americani spiati e la frequenza con cui ciò avveniva. «Questa declassificazione è urgente», in quanto il Congresso – spiegano – era completamente all’oscuro del programma.
Questa preoccupazione riguarda principalmente due cose: in prima battuta, il progetto pare sia stato autorizzato ai sensi dell’Executive Order 12333 che fa parte dell’era Reagan, e non ai sensi del Foreign Intelligence Surveillance Act, che richiede invece una supervisione maggiore, specialmente dopo le rivelazioni di Edward Snowden sul programma Prism della NSA (per saperne di più c’è il suo libro “Errore di Sistema” uscito a settembre 2019).
In secondo luogo, la legge proibisce alla CIA di spiare i cittadini statunitensi. Le operazioni dell’agenzia dovrebbero prendere di mira soltanto i cittadini stranieri, e con la sorveglianza di massa relativa all’uso di internet e del telefono si tenderà a raccogliere i dati degli americani impegnati a comunicare “nel” o “con” il paese di destinazione, che le agenzie di intelligence etichettano come “raccolta accidentale”.
A questa lettera la CIA ha risposto solo a grandi linee: «Riconosciamo e prendiamo molto seriamente il nostro obbligo di rispettare la privacy e le libertà civili delle persone statunitensi mentre svogliamo la nostra missione vitale di sicurezza nazionale e le nostre attività, comprese quella di raccolta dei dati, in conformità con la legge statunitense, l’ordine esecutivo 12333 e le nostre linee guida generali. Ci impegniamo alla trasparenza coerentemente con il nostro obbligo di proteggere le fonti e i metodi di intelligence».