L’amministrazione Trump è in trattative con aziende produttrici di semiconduttori come Intel e TSMC per rimettere in moto lo sviluppo di nuove fabbriche di chip negli USA mentre cresce la preoccupazione sulle dipendenze dall’Asia come fonte di approvvigionamento di tecnologie di importanza critica.
La nascita di nuove strutture per la produzione di chip negli USA – spiega il Wall Street Journal – permetterebbe di ridefinire il settore segnando un’inversione a U dopo decenni di espansione in Asia delle aziende americane, ansiose di ottenere incentivi per far parte della filiera nazionale.
Funzionari dell’amministrazione sono in trattative con Intel e TSMC; la prima ha già sue strutture dedicate alla produzione di chip negli USA, e le trattive riguardano l’espansione della produzione negli Stati Uniti, mentre per TSMC sarebbe invogliata a creare una sua prima struttura in loco.
Greg Slater, Vice Presidente di Intel responsabile policy e aspetti tecnici avrebbe riferito che Intel sta prendendo sul serio i piani di espansione che prevedono la creazione di un impianto per chip avanzati realizzati in sicurezza per uso governativo e altri clienti, vedendo la cosa come “una buona opportunità”, spiegando che è “il momento migliore” e che “la domanda è maggiore rispetto al passato, anche dal punto di vista commerciale”.
Per quanto riguarda TSMC (l’azienda che produce i chip serie Ax per Apple), il quotidiano statunitense riferisce di colloqui con funzionari dei dipartimenti Commercio e Difesa, e con clienti come Apple per la creazione di fabbriche dedicate alla creazione di chip negli USA. L’obiettivo è simile a quello già discusso con Intel e tra le righe sembra che l’intenzione sia invogliare Apple a sfruttare chip di TSMC prodotti negli USA.
“Stiamo attivamente valutando tutte le località idonee, compresi gli USA, ma non c’è ancora un piano concreto”, ha fatto sapere TSMC in una dichiarazione su futuri piani di espansione. Il governo degli Stati Uniti già altre volte ha fatto pressione su TSMC invitandola a creare strutture in loco in particolare per la creazione di componenti usati dai militari in aerei da combattimento e satelliti.
Si era vociferato in passato della costruzione di una fabbrica TSMC in USA ma il trasferimento di parte della produzione comporterebbe costi e sacrifici enormi, problemi superabili con incentivi dell’amministrazione americana. Si stima che circa il 65% del fatturato TSMC sia generato da ordinativi che provengono da società statunitensi, così il progetto di creare una fabbrica TSMC in USA risulta giustificato, anche se i processori costruiti devono poi essere spediti agli assemblatori e costruttori per lo più concentrati in Cina e Asia. Secondo alcuni il vero ago della bilancia potrebbe essere Apple: una presenza più forte e diretta con una fabbrica TSMC “in casa” permetterebbe di servire meglio gli ordinativi Apple e allo stesso tempo di rispondere alle richieste del presidente Donald Trump, preoccupato di qualsiasi cosa prodotta all’infuori degli USA, incluse le apparecchiature elettriche collegate alla rete.