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Con il referendum che si è tenuto nel Regno Unito, è stata sancita l’uscita dall’Unione Europea. La cosiddetta “Brexit” ha vinto con il 52% dei voti generando una serie di reazioni a catena, in tutti i mercati e settori. Il problema riguarda anche Apple: la Mela, infatti, negli ultimi anni ha centralizzato molti uffici a Londra, una scelta che andrà rivista in conseguenza del voto favorevole all’uscita del Paese dall’Unione Europea. Apple probabilmente trasferirà molti uffici in Irlanda o al massimo in Francia, un tempo considerata da Apple la sede strategica per le operazioni europee. È probabile che nelle prossime settimane i dirigenti decideranno cosa fare, con ovvie conseguenze per i dipendenti londinesi…
Il problema non riguarda ovviamente solo Apple ma anche tante altre aziende. IBM, Microsoft e altre trenta società del mondo hi-tech avevano pubblicato su The Times un annuncio invitando i cittadini britannici a rimanere nell’Ue, indicata come “scelta migliore per l’economia nazionale”, in particolare per le startup: “Una prerogativa essenziale per quei soggetti, come le piccole aziende, che vogliono continuare a fare affari con l’estero”.
A detta dei firmatari l’indipendenza economica sottrarrebbe i proventi in sterline ottenuti dalla vendita di prodotti tecnologici. Un portavoce di Microsoft (che conta circa 5.000 dipendenti nel Regno Unito) aveva dichiarato: “Abbiamo sempre lavorato con il Regno Unito e continueremo a farlo qualsiasi cosa accada, tuttavia è nostra opinione che un’eventuale uscita dalla Comunità Europea potrebbe creare dei presupposti scoraggianti per futuri investimenti sul territorio”.