Il segreto del successo di Apple è la sua cultura. Senza troppi giri di parole Angela Ahrendts, in un’intervista a Fast Company, ha raccontato come Apple sia stata costruita per cambiare la vita delle persone, motivo dell’ineguagliabile successo della Mela. «Apple investe molta energia nel tenersi stretti i propri clienti quanta quella che dedica verso i suoi dipendenti, facendoli sentire parte integrante di una grande missione» racconta, spiegando che nel 2015 la società ha mantenuto l’81% dei dipendenti Apple Store, percentuale più alta della storia in tal senso.
«A un mese dalla mia assunzione, dissi a mio marito «Ora so perché questa è una delle aziende di maggior successo del pianeta: perché la cultura è molto forte. L’orgoglio, la protezione, i valori”» spiegando che questi sono i valori fondamentali che hanno reso Apple ciò che è oggi. La vicepresidente dei negozi e del retail online di Cupertino spiega ancora «Tali fondamenta e questa mentalità, continuano a stimolare la trasformazione», «Un valore imprescindibile per l’azienda», con Tim Cook che ha aggiunto il suo «Tocco personale» sostenendo che i dirigenti hanno la responsabilità di lasciare un mondo migliore di quello trovato.
Questi ingredienti e il radicato senso di servizio sono per la Ahrendts linfa vitale, principi forse non chiari agli estranei ma per lei perfettamente comprensibili, dopo avere passato tempo a valutare il team con il quale lavora. Per la dirigente, la cultura aziendale di Apple è «Più profonda di quanto si possa immaginare» e «Non riguarda solo i dipendenti che lavorano nel quartier generale di Cupertino ma anche i lavoratori nei settori satelliti».
Come ha dichiarato Ahrendts la percentuale di “fidelizzazione” del personale negli Apple Store, un parametro che valuta la stabilità del rapporto lavorativo, è pari all’81%, un valore elevato che evidenzia la fedeltà per la propria azienda e per quest’ultima un segnale consistente nei rapporti con il proprio “capitale umano”. Secondo la dirigente tali statistiche hanno a che fare con il «Feeling di connessione unico» che si è creato con la società, atteggiamento che la manager ha incoraggiato da quando è arrivata nella Mela. Gli addetti alla vendita al dettaglio «Non sentono di essere lì solo per lavorare con i clienti»: vengono visti come dei dirigenti in contatto con gli utenti di prodotti che Jony Ive e il suo team impiegano anni a creare, persone in grado di presentarli «meravigliosamente».
Quando ha accettato il suo incarico, per i primi sei mesi la Ahrendts ha visitato 40 negozi in diversi mercati di riferimento per capire perché Apple è una delle aziende più affermate nel mondo. Come devoti che vedono oltre i prodotti e il marchio, i dipendenti della Mela beneficiano di un profondo e consolidato senso di cultura che si rispecchia “nell’orgoglio, la tutela, i valori” dell’azienda.
Le osservazioni della Ahrendts ricordano quelle espresse in un’intervista di novembre dello scorso anno nella quale parlava dell’attività della vendita al dettaglio e piani futuri, e di «Un’organizzazione praticamente piatta», evidenziando la mancanza di verticismo e come i dipendenti degli Apple Store possano contattarla semplicemente e direttamente via email, pratica fuori dal comune in aziende di grandi dimensioni e gerarchizzate come è ormai diventata Apple.