Se la maggior parte degli analisti ritiene che Apple possa vendere circa dieci milioni di HomePod entro l’anno, Ming-Chi Kuo è molto più pessimista. Secondo l’analista di KGI saranno venduti soltanto 2-2,5 milioni di unità e il motivo è sempre quello: il prezzo. Troppo alto per dare la spinta alle vendite che probabilmente l’altoparlante merita tanto da considerare plausibile l’ipotesi di un modello economico in fase di sviluppo nei laboratori di Cupertino.
L’ipotesi di vendite al di sotto delle aspettative va comunque a braccetto con le recenti dichiarazioni di Bloomberg, secondo il quale alcuni Apple Store venderebbero soltanto dieci HomePod al giorno. Le stime di Kuo porterebbero perciò a circa 6.800 unità vendute giornalmente, ovviamente ben divise tra i vari punti vendita e online.
Purtroppo è difficile avere un quadro chiaro sulla situazione visto che Apple non divulga chiaramente le vendite relative ad HomePod, che vengono invece classificate all’interno della categoria “Altri prodotti” che comprende, tra gli altri, anche quelle relative ad Apple Watch, perciò è necessario basarsi sulle stime degli analisti sperando che quantomeno si avvicinino ai numeri reali.
Il prezzo, come dicevamo, è la causa principale delle ridotte vendite: sebbene 349 dollari possano essere giustificati dalla qualità audio, sul mercato ci sono moltissimi altri altoparlanti Smart che offrono funzioni se non altro simili: ad esempio chi può rinunciare a Siri in favore di Alexa può portarsi a casa Amazon Echo Dot che costa una frazione del prezzo di HomePod (circa 50 dollari).Secondo Kuo poi per la maggior parte dei clienti, Siri al momento non è la funzione principale e che potrebbe incentivare le vendite, quindi gli investitori dovrebbero sperare che Apple apporti miglioramenti significativi all’Intelligenza Artificiale del dispositivo in una prossima versione o attraverso un aggiornamento del firmware.
C’è poi da considerare il fatto che HomePod al momento è disponibile soltanto nei paesi dove si può fruire dell’assistente vocale tramite la lingua inglese, quindi si spera che nel momento in cui approderà negli altri mercati – si vocifera un imminente lancio in Francia e Germania entro questa primavera – raccolga maggiori consensi.