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Kingston e PNY, SSD con componenti diversi da quelli inviati per le recensioni

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Alcuni siti web di smanettoni e appassionati che amano cambiare e testare hardware segnalano che produttori quali Kingston e PNY hanno modificato alcuni componenti presenti nelle unità SSD, integrando in queste elementi diversi rispetto a quelli inviati per la recensione ai siti specializzati. In un caso, ad esempio, non è presente il controller Silicon Motion ma un (più lento) SandForce.

Su Tweaktown è documentato il caso di un acquisto di un’unità SSD PNY Optima; un utente ha notato performance non in linea con quelle lette nella recensione, scoprendo non solo la presenza di un firmware completamente diverso ma anche di un vecchio controller SandForce anziché il Silicon Motion che la prova aveva evidenziato. La differenza in termini di velocità non è notevole ma c’è e può essere appurata.

A PNY sono state chieste informazioni sulla sostituzione e questi hanno confermato che “alcune unità SSD Optima sono state distribuite con il controller SandForce, ma solo quando le performance erano in linea con quelle propagandate”. A quanto pare di capire il diverso controller è stato usato utilizzato solo per produrre le unità in caso di necessità.

Un caso simile di cambio parti è stato notato anche con Kingston. Nell’unità SSD a basso costo V300 sono state individuate memorie NAND asincrone più vecchie ed economiche, anziché la tecnologia sincrona pubblicizzata, con la quale è possibile ottenere migliori prestazioni. Test per misurare le performance hanno dimostrato che l’unità V300 originariamente testata offre velocità di trasferimento il doppio più veloce rispetto alle nuove. Kingston spiega che le unità rispettano i risultati dei benchmark ATTO e IOmeter ma ammette di non avere considerato altri applicativi.  “Riconosciamo di aver sottovalutato l’importanza di altri benchmark che il segmento più tecnico dei nostri utenti usa quando nel testare le performance dei loro SSD”).

Non è la prima volta che alcuni produttori immettono sul mercato dispositivi con caratteristiche diverse da quelle pubblicizzate o inviate in prova alle redazioni di giornali e siti web. A dicembre dello scorso anno, ad esempio, è stato scoperto che alcune schede video di AMD testate dalla stampa specializzata, si comportano in modo diverso dai prodotti veri e propri in vendita on-line e nei negozi (le schede video inviate ai rappresentanti della stampa per le recensioni di rito si sono dimostrate migliori in termini di performance).

In altri casi ancora, alcuni produttori sono stati accusati di “dopare” i sistemi operativi facendo in modo che i benchmark per il testing dei processori fornissero risutati superiori a quelli di un uso comune. Samsung ad esempio è stata messa sulla graticola per avere “truccato” il sistema operativo di alcuni dispositivi mobili.

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