Kingston svela alcune delle perdite di dati più eclatanti per ricordare l’importanza di proteggere adeguatamente i propri dati, dalla cancellazione di Toy Story 2, alla perdita di informazioni sensibili sulla Regina Elisabetta II.
Può sembrare incredibile, ma la causa principale di violazioni e perdite di dati è l’errore umano, molto spesso alla base degli incidenti informatici. Kingston Technology, specializzata in prodotti di memoria, ha raccolto alcuni dei casi di perdite di dati più memorabili, tutti dovuti all’errore umano e tutte storie che ci fanno riflettere sull’importanza della giusta protezione dei nostri dati.
Il caso Pixar: che mondo sarebbe senza Toy Story?
Quando si parla di data loss, è impossibile non citare il caso Pixar, quando nel 1998 rischiò di perdere interamente e irrimediabilmente Toy Story 2. Durante la lavorazione del film, infatti, un errore umano portò alla cancellazione del 90% della pellicola, ovvero circa un anno di lavoro di una trentina di persone. La storia oggi ha un lieto fine, ma il rischio è stato grande. La causa principale? Il back-up.
Alla fine degli anni ‘90 il back-up era su nastro magnetico, e Pixar si rese conto troppo tardi che i dati di Toy Story avevano superato la capacità di memoria del nastro. Sembrava tutto perso, fino a quando non arrivò in soccorso Galyn Susman, direttore tecnico appena diventata mamma, che aveva eseguito un back-up locale per poter lavorare meglio da casa senza così restare troppo tempo lontana dal figlio, salvando letteralmente il film.
Protocollo di sicurezza: la Regina è in pericolo!
Era il 2017 quando più di 70 cartelle con mappe, video, documenti e codici di sicurezza riguardanti l’aeroporto londinese di Heathrow, salvati su una chiavetta USB, sono stati casualmente ritrovati in strada da un passante.
La chiavetta USB non crittografata conteneva 174 documenti, tra cui i dettagli sul percorso della regina Elisabetta II all’interno dello scalo londinese, le misure di sicurezza utilizzate per proteggerla, gli orari delle pattuglie utilizzate per proteggere il sito contro eventuali attacchi terroristici, oltre alle mappe nelle quali era indicata la posizione delle telecamere di sorveglianza. La fuga di informazioni ha dato origine ad un’immediata modifica di tutti i piani di sicurezza, non senza preoccupazioni e senza problemi logistici.
In Giappone persa chiavetta USB con i dati di tutti i 500 mila abitanti di una città
Risale a pochi mesi fa la storia dell’impiegato giapponese che, dopo una bevuta in compagnia, ha perso quella che apparentemente era “solo” una chiavetta USB, ma al suo interno custodiva i dati sensibili di un’intera città di 500 mila abitanti. Il dipendente pubblico l’ha persa dopo aver trascorso la serata in un bar di Amagasaki, nei pressi di Osaka. Anche in questo caso il finale è rassicurante: fortunatamente le informazioni contenute nella chiavetta erano criptate, protette quindi da una password e, non risultano essere state diffuse via internet.
La notizia è emersa dal momento che la stessa amministrazione è stata costretta a porgere le proprie scuse alla cittadinanza, dopo l’ammissione dello smarrimento dello stesso dipendente. «Dall’eliminazione accidentale del file sbagliato alla perdita del device, ci sono innumerevoli modi in cui gli utenti possono danneggiare o causare involontariamente la perdita di informazioni. Spesso si tratta di incidenti che hanno conseguenze costose, sia in termini monetari che di tempo e di immagine» dichiara Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology.
«In un mondo così veloce e dinamico come quello in cui viviamo oggi, evitare la perdita di informazioni sensibili è una sfida sempre più grande, ma in questo la tecnologia è nostra alleata. Scegliere infatti i supporti più idonei al nostro scopo riduce significativamente l’errore umano. Da anni Kingston sensibilizza gli utenti su questo tema, e con la linea di prodotti IronKey desideriamo offrire soluzioni sicure ed efficaci per la protezione dei dati, sia ad uso personale che business».