Ad Amazon era richiesta una sorta di miracolo. Creare un Kindle non tablet (cioè non basato su Android) con ampissima durata delle batterie, pensato per i “grandi lettori” e capace di unire due mondi apparentemente inconciliabili: l’E-Ink da un lato e lo schermo illuminato dall’altro. Una sorta di chimera irraggiungibile, seconda solo al futuribile e fantascientifico Kindle E-Ink con schermo a colori.
Per quanto riguarda la fattibilità della illuminazione, e una serie di altre piccole innovazioni realizzate senza penalizzare la durata di otto settimane della batteria (con luminosità a 10 e per mezz’ora di lettura al giorno e wireless disattivato), la missione è compiuta. Il Kindle Paperwhite è effettivamente quello che promette di essere. Un campione di uso in ambienti alternativi. Lo abbiamo provato sul campo utilizzandolo in concorrenza con un iPad mini e si è dimostrato all’altezza delle promesse. Trova comodamente posto in borsa o nel tascone della giacca, ha un peso irrisorio, nella versione 3G è veramente autonomo e non richiede un PC o Mac per nessuna attività di acquisto o sincronizzazione, ed ha un design rinnovato di ottimo gusto e fattura. Lo abbiamo usato per quasi un mese, testando tutte le funzioni e cercando di capire “come va” se si usa il Kindle per leggere i libri e gli altri documenti tutti i giorni. Vediamo nel dettaglio com’è fatto e come si è comportato il campione della linea di Kindle
CONFEZIONE
La classica confezione Amazon per il mondo Kindle: adesso nera e non più color cartone da imballaggi (cioè marrone) ma che comunica comunque idea di solidità. La scelta di Amazon di fare una scatola “a strappo” se da un lato sottolinea che il Kindle che ci arriva in modo assolutamente sigillato, dall’altro è spiacevole perché non è più possibile rimetterla assieme in maniera completa: il lato “tagliato” rimane comunque aperto e non c’è un incastro per tenerlo fermo. Poco male, perché in realtà non si apre facilmente, e probabilmente la scatola non è neanche pensata per essere conservata.
Come potrebbe esserlo, in effetti, visto che è “scomoda” per tenere il Kindle e per di più ha una serie di forniture talmente minimal che non ne vale neanche la pena. Dentro la confezione, infatti, al suo intero presenta lo spazio per avere il Kindle Paperwhite, il cavetto USB per caricarlo ma non c’è il trasformatore: si può connettere al computer, usare il caricabatteria dell’iPhone o degli altri apparecchi Apple, quello di un generico telefonino compatibile con la presa USB etc. In più, uno scarno depliant di istruzioni, inserito in una tasca sul lato interno del coperchio.
MATERIALI, DESIGN E ACCESSORI
A differenza degli altri modelli di Kindle attualmente in commercio (Kindle e Kindle touch) il Paperlight è realizzato in un materiale plastico/gommoso che gira attorno al corpo dell’apparecchio e gli dà una consistenza morbida e gommosa. Niente effetto “guscio Meliconi”, semplicemente un feeling più morbido al tatto. Parimenti resistenti, i vari modelli di Kindle hanno anche dimensioni e forme molto simili. Attenzione: simili ma non uguali. Il più grande difetto della linea di prodotti di Amazon è che le dimensioni fisiche sono quasi uguali ma non completamente. Questo si traduce nel fatto che gli accessori (costosi) di Amazon per proteggere i vari modelli non sono intercambiabili. Poco male se uno si compra il Kindle e una cover prodotta da Amazon, ma se poi vuole passare a un altro modello di apparecchio della stessa linea deve ricomprarla. Un vero peccato perché sarebbe bastato poco per rendere standard questi apparecchi, visto quanto sono ridotti gli scarti di dimensione (pochi millimetri di lunghezza o larghezza).
Le dimensioni di questo Kindle sono comunque molto ridotte: più sottile di un lapis, 169 mm x 117 mm x 9,1 mm, con un peso totale di 213 grammi e uno schermo da 6 pollici con densità di 212 Ppi e una scala di grigi a 16 livelli.
LO SCHERMO
Eccoci al punto di forza del Paperwhite. Signore e signori, non c’è che dire: questo modello di Kindle fa quel che promette. Il pannello è più chiaro di quello dei Kindle tradizionali e sicuramente molto ben leggibile, con un contrasto migliorato del 25% e una densità di pixel maggiore di più del 60% rispetto agli altri Kindle. Visto la stagione invernale lo abbiamo provato più volte all’aperto senza mai riuscire però a esporci a una luminosità esterna molto forte: Milano rimane una città cupa e grigia durante i mesi invernali. Però, dal punto di vista della risposta ai raggi solari diretti siamo sicuri che la resa sia analoga a quella degli altri Kindle.
Invece, la parte spettacolare è la illuminazione, facilmente regolabile, che permette di vedere anche in condizioni di scarsa o nessuna luce esterna. Si tratta di fasci di luce che vengono proiettati dalla base del Kindle tramite una serie di minuscole luci LED. È una illuminazione quasi perfetta, perché la separazione delle sei colonne di luce si avverte solo nel primissimo tratto della base dello schermo del Kindle: non cambia la leggibilità, ma produce un effetto spiacevole alla vista, che per un po’ disturba. Poi ci si abitua e non lo si nota più.
La cosa più bella di questo Kindle è comunque la possibilità di avere luminosità diretta, quasi azzurra, che emerge dallo schermo stesso grazie a uno strato trasparente che recupera la luce emessa dai LED alla base e la diffonde sullo schermo stesso. Si può leggere molto comodamente a letto senza intaccare la vita delle batterie (se non si usa contestualmente il Wifi e 3G) in modo sensibile. Rimane l’autonomia delle otto settimane indicate da Amazon. La differenza tra usare Kindle Paperwhite, Kindle normale con luce esterna o un iPad mini in camera da letto è significativa. Il Kindle normale richiede una sorgente di illuminazione esterna con un impatto molto forte sul buio dell’ambiente.
L’iPad mini invece ha una sua luminosità forte che può essere eccessiva soprattutto per chi lo usa in una stanza assolutamente buia, per via della retroilluminazione che si irraggia direttamente verso gli occhi, e comunque genera una forte luminosità residua nell’ambiente, dando fastidio quasi quanto una lampada da comodino accesa. Il Paperwhite è il più moderato, con una forma di illuminazione che avvolge tutto lo schermo ma è sostanzialmente indiretta, non ferisce l’occhio e può comunque essere fatta crescere fino a diventare una illuminazione importante, che si vede anche da lontano in un ambiente buio. È il suo punto di forza, ottimamente implementato.
L’INTERFACCIA
La nuova versione dell’interfaccia del Kindle Paperwhite è leggermente diversa dalle precedenti per i modelli touch, in quanto deve integrare anche i comandi per la luminosità: una semplice icona di lampadina che, una volta toccata, fa scendere un pratico menu graduato che corre per l’intera lunghezza del Paperlight. Scorrendo il dito, o usando i comodi comandi “+” e “-“, si può regolare la luminosità lungo una scala di 28 gradi più un grado zero (luminosità disattivata).
Due didascalie che vengono a raccogliere i sei gradi di maggiore e minore illuminazione servono come suggerimento sul possibile uso dei livelli di luminosità. Amazon suggerisce infatti: “Usa un’impostazione bassa per le stanze buie.” E “In stanze luminose, usa un’impostazione elevata.”
La performance del Paperwhite, cioè la risposta dell’interfaccia, sono di tutto rispetto. Non abbiamo un modo scientifico per stabilirlo, ma nel complesso la sensazione rispetto all’uso delle precedenti generazioni di Kindle (gli ho usati tutti a partire dalla seconda generazione) è che il Paperwhite sia il più veloce. Questo probabilmente è dovuto sia a un processore più performante che a un miglior sensore di controllo per quanto riguarda la gestione della parte touch. La tecnologia utilizzata è differente e a nostro avviso migliore rispetto a quella del touch tradizionale di Amazon.
Anziché un sensore a infrarossi nella cornice dello schermo, che intercetta il movimento del dito, qui c’è un sensore “annegato” nello schermo stesso e realizzato con una sottilissima pellicola capacitiva.
In questo modo non viene compromessa la leggibilità dello schermo, i consumi sono nettamente inferiori e il vantaggio alla fine è che il Kindle Paperwhite risulta anche più veloce e soprattutto sicuro e preciso nell’uso del touch. Amazon ha implementato i gesti di sfioramento per scorrere le pagine o le colonne di testo che qui funzionano come ci si aspetterebbe da un vero apparecchio touch e non con le esitazioni e imprecisioni del modello touch tradizionale.
Da notare la nuova funzione tempo di lettura che comincia a misurare la nostra velocità nello sfogliare le pagine dei vari testi e ci propone una piccola scritta alla base dell’apparecchio che ci dice la stima del tempo rimanente. Quanti minuti potrebbero mancare alla fine del libro. È un calcolo statistico abbastanza impreciso soprattutto perché calcola tutte le pagine presenti in un libro, anche quelle di indici e note, cosa che si traduce in stime di tempi sballate soprattutto per i libri più piccoli (quelli da 99 centesimi, per intendersi) solitamente lunghi l’equivalente di una cinquantina di pagine al massimo in cui dieci o più pagine virtuali di indici, sommari, pubblicità etc. alla fine possono aggiungere tempi di lettura nell’ordine di una mezz’ora.
CONNETTIVITA’
Il modello acquistato è quello a 189 euro e che comprende la connessione Wifi e quella 3G con la consueta modalità di Amazon: nessuna SIM e soprattutto nessun costo telefonico: si possono acquistare i libri in mobilità anche all’estero (con un piccolo sovrapprezzo per gli acquisti effettuati via 3G, ma nulla a che vedere con il costo di roaming che viene applicato dagli operatori). La versione solo Wifi costa invece 129 euro.
CONCLUSIONI
Con due giga di memoria (pari a circa 1100 libri, secondo Amazon) e una connessione integrata che consente di scaricare un libro in sessanta secondi o di tenere allineati i punti di lettura su apparecchi diversi grazie a Whispersync, con tutte le integrazioni (Wikipedia, ma anche i dizionari multilingue, la possibilità di accedere a un milione di libri, con tantissimi titoli a 99 centesimi o gratuiti) che Amazon è riuscita a creare in questi anni attorno alla sua piattaforma Kindle, il Paperlight è senza dubbio la punta di diamante dell’offerta. Costa il doppio rispetto al modello entry level, cioè i 79 euro del Kindle Wifi non touch, ma a nostro avviso fa molto di più: in proporzione anche di più di quanto non faccia il modello touch. Si avverte più netto il salto di qualità sia dello schermo che delle prestazioni e delle funzionalità in questo apparecchio rispetto agli altri che non tra il Kindle base e quello touch.
Il principale difetto è che la forma cambia di poco ma rende incompatibili i gusci pensati su misura. Il “miracolo” di avere la moglie ubriaca e la botte piena, cioè lo schermo retroilluminato e la qualità dello E-Ink è colta perfettamente. Unica nota negativa: in Italia non sono ancora disponibili quantitativi sufficienti di Paperwhite, che sta avendo un fortissimo successo, e per averne uno ordinando adesso bisogna aspettare febbraio. Ma ne vale la pena.
Il Kindle Paperwhite si acquista a partire da qui a 129 euro