Apple Studios – sussidiaria di Apple specializzata nello sviluppo e produzione di serie TV e film destinati sia al servizio di streaming Apple TV+, sia alla distribuzione nelle sale cinematografiche – è stata citata in giudizio da una costumista nativa americana che ha lavorato a “Killers of the Flower Moon” di Martin Scorsese, lamentando la sua esclusione dai premi, paventano atti discriminatori.
Lo riferisce The Hollywood Reporter spiegando che la citazione è stata presentata presso la Corte Superiore di Los Angeles, affermando che è stata lei a occuparsi della “maggior parte delle ricerche” del dei “costumi del film” ma che i suoi contributi sono stati del tutto ignorati.
A gennaio di quest’anno Apple a ottenuto un numero record di 13 nomination agli Oscar, di cui 10 per Killers of the Flower Moon, in lizza per le categorie: miglior film, migliore regia (Martin Scorsese), migliore attrice protagonista (Lily Gladstone), miglior attore non protagonista (Robert De Niro), migliori costumi, miglior scenografia, miglior colonna sonora originale, miglior brano originale, miglior montaggio e migliore fotografia.
Con la sua interpretazione, Gladstone è entrata nella storia come prima donna nativa americana a ricevere una nomination come miglior attrice, mentre Robbie Robertson e Scott George sono i primi artisti indigeni della storia a concorrere per le categorie “Miglior colonna sonora originale” e “Miglior brano originale”. George è anche il primo membro della popolazione Osage ad aver ricevuto una nomination agli Oscar. Scorsese è arrivato alla sua decima nomination per la migliore regia, è infatti il regista vivente con il maggior numero di candidature.
Accolto in tutto il mondo come un capolavoro, Killers of the Flower Moon ha ricevuto nove nomination ai BAFTA Film Award, tra cui quella per il miglior film, ed è stato premiato come film dell’anno dal National Board of Review, che ha nominato la star Lily Gladstone come miglior attrice, Martin Scorsese come miglior regista e Rodrigo Prieto per la miglior fotografia.
La pellicola è stata anche inclusa nella lista dei film dell’anno stilata dall’American Film Institute, ha ricevuto oltre 200 premi (senza contare il riconoscimento di più di 30 comitati critici in tutto il mondo) e si è classificata al primo posto della classifica dei migliori film del 2023 di The New York Times, The New Yorker e del New York Film Critics Circle.
Di recente, in occasione dell’81ª edizione dei Golden Globe, Gladstone è entrata nella storia diventando la prima attrice nativa americana a vincere il premio per la migliore interpretazione femminile in una pellicola drammatica.
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