Il COVID-19 sta devastando anche l’attività di crowdfunding di Kickstarter e ora sembra che la società sia intenzionata a ridurre la propria forza lavoro. In discussione in questi giorni i tagli fino al 45% dei dipendenti.
In un messaggio inviato a Gizmodo, la società ha confermato i piani per tagliare gran parte della sua forza lavoro dopo che l’OPEIU, il sindacato che rappresenta i dipendenti di Kickstarter, ha dichiarato di aver ratificato un accordo di licenziamento il 1° maggio scorso. Il sindacato ha affermato che i licenziamenti potrebbero riguardare fino al 45 percento della forza lavoro, secondo un avviso inviato a Engadget, sebbene Kickstarter contesti tale numero, dato che non tiene conto di eventuali acquisizioni volontarie.
I termini potrebbero garantire un atterraggio relativamente morbido per chi sarà licenziato. L’accordo prevede quattro mesi di trattamento di fine rapporto e sei (per chi guadagna 110.001 dollari o meno, e altrettanti mesi di copertura sanitaria. Ovviamente, chi sarà licenziato sarà libero di lavorare per i concorrenti sin da subito, e avranno “diritti ad essere richiamati” per tornare a lavorare Kickstarter se una posizione di lavoro simile alla loro si dovesse aprirà entro l’anno successivo al licenziamento.
Come con altri licenziamenti dell’industria tecnologica durante la pandemia, il motivo è quello della sopravvivenza della società. Non è chiaro quando i vari progetti di crowdfunding riprenderanno, molti dei quali ad oggi sono fortemente limitati dalla pandemia, e tagli ai lavoratori come questo potranno aiutare Kickstarter a sopportare questo periodo di incertezza.
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