Criticare è facile, così come rievocare i bei tempi in cui Steve Jobs da Cupertino dominava il palcoscenico hi-tech mondiale, ma quando commenti e critiche arrivano da Ken Segall forse è il caso di prestare attenzione. L’uomo è considerato, meritatamente, un genio del marketing: nella sua lunghissima carriera nelle principali società di advertising al mondo ha lavorato a stretto contatto con Steve Jobs per costruire le campagne marketing della Mela più famose di sempre, ed è attribuita a Ken Segall la creazione del nome iMac.
In un recente articolo Ken Segall si chiede se Apple, con la scomparsa di Steve Jobs, abbia perso anche il tocco magico per la semplicità, a suo dire uno dei fattori fondamentali che hanno contribuito all’immenso successo di Cupertino, trasformando quella che per decenni è stata una comparsa importante nel mercato dei computer, in una protagonista assoluta, imitata da tutti infine nella società più quotata al mondo.
Per dimostrare la sua tesi Ken Segall porta alcuni esempi, i più lampanti sono Apple Music e i nomi di iPhone. L’esperto di marketing che gode di una conoscenza diretta e dietro le quinte di Cupertino dichiara di trovare alcuni elementi dell’interfaccia e delle funzioni di Apple Music “sconcertanti”, un giudizio condiviso anche da utenti e recensori, soprattutto nelle primissime versioni della piattaforma, poi leggermente migliorate nel tempo, ma considerate ancora anni luce di distanza dalla semplicità e immediatezza d’uso per cui Apple è celebre.
La critica più preoccupate prende di mira i nomi di iPhone: Segall spiega che con la scelta di battezzare gli iPhone intermedi come versioni “S”, Apple ha di fatto convinto i consumatori che si tratta di una versione “limbo” di cui si può tranquillamente evitare l’acquisto. E sempre Segall nota che questo non è vero, perché da diversi anni a questa parte Cupertino ha introdotto novità importanti come l’assistente vocale Siri, il sensore impronte Touch ID e persino i primi processori mobile a 64 bit per smartphone, tutte tecnologie lanciate con versioni “S” di iPhone.
I nomi attuali, oltre a penalizzare gli iPhone S, creano confusione tra gli utenti, questo anche per il nuovo e valido iPhone SE, in cui i nomi ufficiali dicono poco o nulla sulle specifiche e sulle funzioni rispetto agli altri modelli. Segall ricorda che sia la generazione iPhone S che alcuni problemi software erano già apparsi quando Steve Jobs era al timone di Cupertino, ma ritiene che dal suo punto di vista la perdita del tocco magico della semplicità di Apple risulta ancora più grave ed evidente oggi.
Ma le conclusioni delle analisi sono tutto sommato positive: nonostante i problemi esaminati secondo Segall Apple è ancora oggi la società che più e meglio delle altre riesce a proporre una esperienza utente semplice, non ancora raggiunta dagli altri costruttori. Cupertino è consigliata da un super esperto, gratis: Segall suggerisce alla Mela di lavorare sodo e di rifocalizzarsi ancora di più sulla semplicità, da sempre patrimonio di Apple, per ripristinare questa filosofia e soprattutto la percezione dei suoi prodotti presso gli utenti finali.