Può un formato di compressione delle immagini aiutare il risparmio energetico. Secondo il Joint Photographic Experts Group che cura il JPEG, la risposta è sì e riesiede in JPEG XS, una versione dello standard di compressione progettato per l’uso nell’ambito della Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, immagini spaziali, auto a guida autonoma e dell’editing professionale dei filmati e che consentirebbe anche di ridurre i consumi energetici determinati dai processori.
Lo standard JPEG XS vanta basso “peso” e la possibilità di sfruttare per il coding sistemi a bassa latenza con frame rate e risoluzioni crescenti (come l’8K) in modo efficiente in termini di costi.
Secondo il comitato promotore che ha definito lo standard, il nuovo formato di compressione è a basso consumo energetico e consente di inviare immagini di alta qualità con bassa latenza sulle reti a banda larga come il 5G. È stato progettato per essere facilmente implementato grazie ad algoritmi a bassa complessità che è dunque possibile elaborare con CPU general purpose (microprocessori progettati per essere utilizzato nelle elaborazioni dati più varie), con l’uso di architetture SIMD (Single Instruction stream, Multiple Data stream, in cui più unità di elaborazione elaborano più flussi di dati in parallelo) e tenendo conto della presenza di GPU (processori grafici).
Il formato non porta alcun aumento significativo nella larghezza di banda richiesta e può essere sfruttato per lo streaming. “Per la prima volta nella storia della codifica delle immagini, stiamo comprimendo meno nell’intento di meglio preservare la qualità, compiendo il procedimento più velocemente e usando meno energia” ha spiegato il prof. Ebrahimi, responsabile Multimedia Signal Processing Group della Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL). “Vogliamo essere più smart in come facciamo le cose. L’idea è usare meno risorse e usarle più saggiamente. Un vero mutamento di paradigma”.
Lo standard JPEG XS comprime i file niente altro che un fattore sei e non è pensato per sostituire il formato JPEG. “Comprimere le immagini con JPEG XS non compromette per nulla la qualità e anche esperti non riconoscono differenze tra un’immagine o un filmato originale e compresso” ha spiegato ancora Ebrahimi.
Il formato ha attirato l’attenzione dell’European Space Agency (ESA). Gli algoritmi a basso consumo usati da JPEG XS sono una manna per le sonde spaziali che potrebbero di scattare foto di alta qualità usando una piccola fonte di energia. Come il predecessore JPEG, anche JPEG XS è open-source. La Society of Motion Picture and Television Engineers (SMPTE), in altre parole l’associazione professionale internazionale che riunisce tecnici dell’industria televisiva e cinematografica, starebbe prendendo in considerazione l’uso di questo nuovo formato. L’industria multimediale è in attesa dell’approvazione finale da parte degli Stati membri dell’International Organization for Standardization (ISO). Alti dettagli a questo indirizzo.