Di iPhone 8 ci sono ancora due cose particolarmente in dubbio: una è la presenza del sensore Touch ID al di sotto dello schermo, che potrebbe invece posizionarsi all’interno del tasto di accensione. L’altra è il lancio che, per una serie di presunti rallentamenti dovuti alle difficoltà di produzione, potrebbe slittare ad un periodo diverso dalle abitudini della società e attualmente difficile da definire. C’è infatti chi punta ad ottobre oppure a novembre, mentre i più pessimisti ritengono che non arriverà sul mercato prima di dicembre.
Diametralmente opposta a questo pensiero è invece la previsione di Rod Hall, analista di JP Morgan convinto che Apple non sarà costretta a cambiare la propria tabella di marcia rispetto a quanto già visto in passato. L’idea è quella di trovare una piccola quantità di unità disponibili fin dal mese di settembre, con una produzione che riuscirà finalmente a soddisfare la domanda tra la fine di ottobre e l’inizio del mese di novembre.
L’analista ridimensiona anche i numeri della propria previsione: se in precedenza riteneva che Apple potesse sfornare fin da subito 9 milioni di iPhone 8, adesso per il mese di settembre è più propenso a credere che ci saranno soltanto 2 milioni di unità disponibili. Cambiano anche le ipotesi relative al prezzo di vendita, che potrebbe aumentare di 100 dollari rispetto alle previsioni precedenti, posizionando il modello base di iPhone 8 al prezzo di listino di ben 1.100 dollari (e poteva andare peggio, c’è chi pensa che possa essere venduto a partire da 1.200 dollari).
Il motivo? «Riteniamo che i costi di produzione siano leggermente superiori a quanto rilevato in origine» ha spiegato Hall, convinto che Apple possa puntare alla strategia dei prezzi “premium” perché conscia del fatto che starebbe cambiando il ciclo di sostituzione di iPhone. La tecnologia ha infatti raggiunto ormai livelli altissimi e sono sempre di più le persone che sostituiscono l’iPhone dopo due anni anziché uno solo.