Jonathan Ive, Chief Design Officer di Apple, è stato intervistato da “Wallpaper*”, rivista che si occupa di design, architettura e moda. Nell’intervista Ive ha parlato di Apple Park, il nuovo campus della Mela a Cupertino, e anche del nuovo iPhone X. Il dirigente di Apple dice di essere affascinato dai prodotti versatili e a suo dire iPhone X è in qualche modo eclettico e lo vedremo nei prossimi mesi con funzionalità che saranno determinate dal software.
iPhone X cambierà e la natura “fluida” del software, permetterà al software di iPhone X di cambiare ed evolvere. Tra un anno iPhone X sarà in grado di fare cose che oggi non è in grado di fare. “Penso che ciò sia straordinario” dice Ive senza specificare a cosa si riferisce; “quando guarderemo indietro, lo vedremo (iPhone X, ndr) come un riferimento rilevante nei prodotti che abbiamo sviluppato”.
Ive dice di essere “completamente sedotto” dalla “consistenza e semplicità di prodotti come il primo iPod” che consentono immediatamente di far capire il compito per il quale è stato concepito ma di essere “più interessato e intrigato da un oggetto le cui funzioni cambiano profondamente e si evolvono”.
È difficile capire cosa intenda dire Ive ma l’impressione è che Apple sia al lavoro su funzioni che metteranno maggiormente alla luce il potenziale di iPhone X. Nella lunga intervista (che trovate a questo indirizzo) Ive spiega ancora che il suo team ha da sempre l’obiettivo di trovare soluzioni in grado di “galvanizzare” lo sviluppo della tecnologia.
Parlando del nuovo campus di Apple, Ive afferma di essere entusiasta dell’enorme edificio principale a forma di anello e dei vantaggi che offrirà ai dipendenti, mettendo meglio in contatto tra loro studi che si occupano di suoni, font, esperti di grafica e così via incentivando comunicazioni e collaborazione.
L’ambiente è stato concepito per essere flessibile e riconfigurabile, rendendo possibile la creazione veloce di grandi spazi o piccoli uffici privati. In passato sono emerse voci secondo le quali alcuni dipendenti non sarebbero soddisfatti della disposione interna dell’Astronave, ma nell’intervista si ribadisce più volte che è possibile configurare gli spazi di lavoro in modi disparati e che i vari team possono scegliere se lavorare in singoli uffici o ambienti aperti (open space), secondo una logica fluida in cui i diversi ambiti e le varie funzioni si compenetrano dando vita a un luogo multiforme e sfaccettato.