Costruire un dispositivo basato su Intelligenza artificiale AI in grado di riuscuotere successo e avviare un cambiamento epocale paragonabili alla portata di iPhone: è il sogno di Jony Ive, l’uomo che ha disegnato oltre un ventennio di dispositivi Apple, che starebbe collaborando con Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, la società a capo del chiacchieratissimo ChatGPT, per costruire un dispositivo che ci permetta di interagire con l’AI come mai prima d’ora ma che allo stesso tempo elimini il grande difetto di iPhone.
Secondo le indiscrezioni ci sarebbe in ballo un «dispositivo hardware di intelligenza artificiale», ma come sarà fatto e che scopo avrà per ora lo sanno soltanto le persone coinvolte nel progetto. Si ritiene che per il momento abbiano parlato proprio di come potrebbe apparire questo nuovo gadget, ma non si sa neppure se sarà creato dalla stessa OpenAI o se la costruzione sarà affidata a un produttore terze parti.
Il Financial Times ritiene che Altman voglia che sia appunto l’agenzia di Ive, LoveFrom, a sviluppare questo nuovo dispositivo AI dei desideri. I due avrebbero tenuto diverse sessioni di brainstorming presso lo studio del designer a San Francisco per delineare l’aspetto del dispositivo.
Quel che sperano – dicono – è creare un’esperienza più naturale e intuitiva per interagire con l’intelligenza artificiale nello stesso modo in cui le innovazioni di iPhone (prima tra tutte schermo e interfaccia touch) hanno globalizzato l’Internet mobile.
L’ombra di Apple
Nel caso comunque non sarebbe la prima volta che Altman collabora con un ex designer di Apple: ad esempio Thomas Meyerhoffer, che insieme a Ive lavorò all’iMac, di recente è stato assunto da OpenAI per la realizzazione di Orb, lo scanner della retina per il progetto crittografico Worldcoin che è stato poi sviluppato dalla Tools for Humanity, società co-fondata dallo stesso Altman nel 2019.
Non solo: Altman è anche uno dei maggiori investitori in Humane, una startup co-fondata da ex dipendenti Apple (Imran Chaudhri e Bethany Bongiorno) che attualmente starebbe lavorando a un indossabile con AI che ha l’ambizioso obiettivo di prendere il posto degli smartphone, e di cui OpenAI ha tutto l’interesse per integrarci dentro le sue tecnologie.
Il terzo uomo
Nel progetto sarebbe coinvolto anche un terzo uomo: trattasi di Masayoshi Son, amministratore di SoftBank, che ha già investito oltre 140 miliardi di dollari in startup legate all’intelligenza artificiale, quanto basta per consentirgli di dire che la sua società di investimento «rivoluzionerà l’intelligenza artificiale».
Si ritiene che Son stia chiedendo che il costruttore di chip ARM detenga un ruolo centrale nel progetto e di suo si direbbe disposto a sborsare un miliardo di dollari come forma di investimento per l’impresa che ne uscirà fuori da queste discussioni.
Il riscatto di Jony Ive con l’ AI
Dal canto suo, il coinvolgimento di Ive parrebbe essere guidato dalla voglia di “sistemare” le cose: secondo le indiscrezioni sarebbe infatti preoccupato dalla natura compulsiva che gli utenti hanno nei confronti degli smartphone, sicché in questo nuovo progetto vedrebbe l’opportunità di creare un nuovo modo per interagire con i computer che sia meno dipendente dagli schermi.
Secondo le indiscrezioni se ne starebbe parlando seriamente, ma ancora non è stato raggiunto nessun accordo e potrebbero volerci ancora diversi mesi prima che si concretizzi qualche cosa; di conseguenza qualsiasi dispositivo ne verrà fuori, probabilmente vedrà la luce tra diversi anni.
Cosa succede a Cupertino
Comunque nel frattempo Apple non starebbe con le mani in mano: si dice infatti che per il suo team Foundational Models, che lavora appunto sull’intelligenza artificiale conversazionale, spenda milioni di dollari al giorno per addestrare modelli linguistici che, un giorno, si spera, potrebbero essere integrati in Siri.
Per saperne di più sui chatbot potete sfogliare gli articoli che abbiamo pubblicato qui; Tutto sull’intelligenza artificiale è invece raccontato in questa sezione del nostro sito.