L’aereo privato di Ive non c’è, ma poteva esserci. A raccontare la storia del velivolo mai materializzatosi del Senior Vice President Design di Apple è il libro di Yukari Iwatani Kane “Haunted Empire: Apple After Steve Jobs”, che continua a far discutere e del quale molti siti riportano citazioni. Anche se Tim Cook ha bollato come “nonsense” l’architettura del volume (la tesi di fondo è essenzialmente che la Apple senza Steve Jobs non è più quella di una volta), alcuni aneddoti inediti come questo che riguarda Ive, sono interessanti.
La vicenda risale a poco dopo la morte di Steve Jobs; Ive in quel momento aveva chiesto di avere un jet privato, un privilegio che era stato concesso nel 1999 a Jobs il quale percepiva all’epoca del suo ritorno la paga simbolica di un dollaro l’anno ma aveva ricevuto un Gulfstream V come segno di riconoscenza per i successi finanziari della società. La richiesta di Ive non fu ad ogni modo accolta: nonostante i diversi viaggi di lavoro che Ive ha compiuto all’estero, per questi ha dovuto probabilmente viaggiare usando aerei di linea commerciali… forse non in classe economica, probabilmente First, ma senza il comfort di un business jet dedicato.
In un altro aneddoto riportato nel libro, si racconta della promozione di Eddy Cue, attuale Senior Vice President Internet Software and Services. Cue per l’occasione fu strappato dal dipartimento IT da Jobs nel corso di un meeting al quale era stato chiamato per esprimere la sua opinione su un argomento. Jobs lo guardò e gli disse di stare zitto, Cue, non si curò del richiamo e andò avanti a parlare; Jobs, racconta Yukari Iwatani Kane, gli lanciò allora una penna in fronte. Cue, che aveva compreso di non aver nulla da perdere, tenne duro e cercò di offrire il suo parere per la terza volta, questa volta con l’approvazione di Jobs.
9to5Mac ha chiesto lumi su questo episodio a Eddy Cue, chiedendo se fosse vero quanto riportato nel libro e quest’ultimo ha detto “no, non lo è”.