Pensando oggi al grande successo e ascesa sul mercato di iPhone, fa un certo effetto pensare come il modello originale sia stato più volte sul punto di essere accantonato e abbandonato: a rivelarlo è Jonathan Ive durante un evento presso la British Business Embassy.
Ive racconta di come la Mela si sia trovata più volte pronta a chiudere il progetto iPhone a causa di alcune problematiche che oggi ormai non vengono prese nemmeno in considerazione ma che in fase di progettazione hanno dato non pochi grattacapi ai designer della Mela. Qualche esempio? Il sensore di prossimità
“Avevamo quasi accantonato il telefono perché ci trovavamo di fronte a problemi fondamentali che non riuscivamo a risolvere” racconta Ive. “Con i primi prototipi succedeva che tenendo il telefono all’orecchio, era l’orecchio stesso a comporre il numero. Bisogna pensare a tutte le tipologie possibili di padiglione auricolare o di mento, di colore della pelle o pettinatura. Questo è solo uno dei molti esempi in cui abbiamo veramente pensato che forse non avrebbe funzionato” dice il designer britannico spiegando le difficoltà nel prevenire eventuali problematiche relative al tocco.
Ive però precisa subito che per un designer Apple è normale sentirsi come se stesse lavorando a qualcosa di incredibilimente necessario ma anche incredibilmente complicato; le grandi aziende, secondo Ive, non ricevono credito per aver creato qualcosa di “discreto” ma per aver creato qualcosa di “grande”.
Risiede proprio in questo lo spirito di Apple: “Il nostro obiettivo non è quello di fare soldi” afferma il designer, e spiega “Questo può sembrare un po ‘irriverente, ma è la verità. Il nostro obiettivo e quello che ci fa felici è cercare di creare grandi prodotti. Confidiamo nel fatto che, se ci riusciamo, alle persone i nostri prodotti piaceranno; e se saremo operativamente capaci faremo entrate, ma abbiamo le idee chiare su quale sia il nostro obiettivo”.
Secondo Ive il segreto di Apple è il focus sul voler creare grandi prodotti, una lezione che avrebbe imparato durante il periodo più buio della Mela, quando verso gli anni ‘90 l’azienda di Cupertino era sull’orlo della bancarotta. Il designer sostiene che la maggior parte delle aziende, in caso di crisi finanziaria, si concentra sul modo di racimolare abbastanza soldi per evitare il collasso. Invece Steve Jobs, appena ritornato alla sua azienda si concentrò non sui soldi ma sui prodotti, riuscendo a far risalire Apple dal burrone in cui stava scivolando (sebbene l’aiuto finanziario fosse comunque arrivato proprio dalla rivale Microsoft).
Ancora una volta nelle parole di Ive emergono tutti i tratti distintivi dello stile Apple, come l’attenzione ai dettagli, le sfide impossibili, design al massimo livello e la spinta a non accontentarsi nel fare bene ma nel voler fare sempre meglio.
Fonte: The Telegraph