Lasciatevelo dire da un vecchio cronista, dopo tanti anni passati a correre in giro per mezzo mondo e a raccontare cosa succede nel mondo Mac e dintorni: ci sono cose che anche quando le vedi non ci credi. E cinicamente (anche se chi è cinico non è adatto a fare questo mestiere, come diceva quello) cerchi la gabola, il trucco, la fregatura. Capita a noi cronisti di provincia, abituati ad essere pragmatici, scarpe grosse e – si spera – cervello un pelo fine. Però, insomma, sarà il caldo che ha preso lui oppure che ha preso noi, per una volta lasciamoci trasportare dall’emozione. à successo l’imponderabile. L’impossibile. L’ineffabile. L’inimmaginabile. John C. Dvorak, conosciuto come “l’ammazzaMac per procura”, il braccio armato degli innamorati (contenti loro) del Pc, ha un Mac. E gli piace.
Vogliamo ripeterlo, verrebbe voglia di mollare la tastiera e correre fuori dalle anguste stanzette di Macity, senza condizionamento e nemmeno un ventilatore se non le ventole dei copiosi Mac, per gridarlo alla città e ai passanti. John Dvorak ha un Mac. E gli piace!
L’uomo, forse in un afflato di tardiva andropausa (vista la congrua età ) scrive su Pc Magazine online che lui adesso ha un iMac. Glielo hanno imposto quelli della direzione, visto che in molte testate – soprattutto negli Usa – si fa così. E lui ha accettato di buon grado. Scrive dunque questa rubrica intitolata “Io e il mio Mac”, così, tanto per dire che cosa ne pensa. E ne pensa bene.
Il Mac funziona, dice Dvorak: soprattutto non è piagato da quell’eruzione continua di spyware, virus, malware, botware e chi più ne ha più ne metta. à silenzioso, efficiente, veloce, in qualche maniera pure elegante. à un computer che – a parte le solite piccole cose che il “simpatico” Dvorak non può fare a meno di notare, come la chiavetta Usb che non gli funziona o la procedura per masterizzare i Cd che non gradisce – funziona. Eccezionale. Dvorak dice che il Mac funziona! E pure bene! Meglio del Pc. Se non altro, in maniera più elegante.
E giunto a questa conclusione rivoluzionaria – un po’ come il Papa che ammette che sì, forse la terra è davvero rotonda e forse Galileo in effetti aveva visto giusto dicendo che è il sole quello al centro del sistema omonimo – aggiunge che è pure “un sistema più solido di Windows della Microsoft”. C’è chi è svenuto, leggendo quest’articolo, e alcuni hanno persino disdetto l’abbonamento a Pc Magazine. Ma non è ancora finita.
Nonostante lui non voglia usarlo nella sua vita privata – lì rimane con il Pc – per il lavoro gli va benissimo. Meglio di Windows e soprattutto meglio delle applicazioni online stile Google Docs. Perché, dopotutto, Firefox funziona meglio, per scrivere qualcosa si apre Word, si scrive e il lavoro è finito (niente configurazioni, antivirus, firewall, formattazioni, reinstallazioni). Insomma, udite udite, anche se solo per non dover poi rompersi le scatole andando a fare da call-center agli amici, lo sta anche consigliando come computer da comprare più di Windows. Anzi, al posto di Windows. E aggiunge alla fine: “Sì, oggi per chi critica il Mac è un giorno molto triste”.
Come concludere? Un velo di tristezza copre adesso il taccuino del vostro cronista, acceca i suoi occhi, rilassa i muscoli: adesso è il momento – l’unico – in cui poter finalmente enunciare le immortali parole del Poeta: «Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione… Ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti per sempre come lacrime nella pioggia”. Grazie, John Dvorak. E che emozione, Apple!