John Sculley, CEO di Apple dal 1983 al 1993, lo stesso che nel 1985 messe in minoranza Steve Jobs esautorando da qualsiasi decisione strategica e costringendolo a uscire dall’azienda da quest’ultimo co-fondata ha dichiarato a “The Daily Beast” che le cose tra lui e Jobs forse avrebbero potuto funzionare se i due avessero avuto ruoli diversi. “Lui avrebbe dovuto essere il CEO ed io il presidente” ha detto Sculley. “Qualcosa che un buon consiglio di amministrazione avrebbe dovuto intuire”.
Sculley fu costretto a dimettersi otto anni dopo l’espulsione di Jobs, nel 1993: la cosiddetta “era Sculley” fu caratterizzata da una suddivisione del mercato in sottomercati e segmenti con decine di modelli che originarono enorme confusione tra utenti e rivenditori, una strategia fallimentare che aumentava solo i costi senza apportare reali vantaggi.
Jobs (che nel frattempo fondò NeXT) fu richiamato nel 1997 da un’Apple sull’orlo del fallimento ed è ora uno dei CEO più rispettati e apprezzati del pianeta. Sculley ha parole di elogio e ammirazione per Jobs: “Non parlo con Steve da 20 anni. Non credo che lui mi parlerà mai, ma io ho grande ammirazione per lui”.
Leggendaria rimane ancora tutt’oggi la frase con cui Jobs convinse Sculley nel 1983 ad abbandonare la Pepsi Cola per andare a lavorare per Apple: “Vuoi vendere per il resto della tua vita acqua e zucchero o vuoi cambiare il mondo?”.
Sculley attualmente si occupa di fondi di investimento ed è direttore della OpenPeak, una startup che sviluppa tecnoogie per dispositivi touch-screen.
[A cura di Mauro Notarianni]