John Carmack, programmatore e autore di videogiochi statunitense (un titolo su tutti: Doom), dal 2013 fino al 2022 ha lavorato come direttore tecnico per Oculus VR, diventando un punto di riferimento dell’industria per lo sviluppo della realtà virtuale ed è un pioniere in questo settore.
Lo sviluppatore ha lasciato Meta a dicembre dello scorso anno, scontento della direzione intrapresa dall’azienda, con idee diverse dalle sue.
In un lungo tweet, riferisce di non essere convinto dell’idea che le applicazioni di realtà mista possano in qualche modo aiutare a vendere più visori, contribuendo a portare questi accessori fuori dalla loro nicchia di mercato.
Non cita nessun prodotto specifico come il Vision Pro di Apple o il Quest 3 di Meta ma ritiene che si tratta di tecnologie interessanti e avanzate alla ricerca di una giustificazione per la loro esistenza.
“La potenza della Realtà Virtuale dovrebbe permettere di sostituire l’ambiente con qualcosa di meglio e non di attaccarsi a uno schermo virtuale nell’ambiente reale”, scrive Carmack. “In tutti i preparatissimi video promozionali in cui si vede il futuro della realtà mista, gli ambienti mostrati sono sempre stilosi, puliti, spaziosi. Non è rappresentativa della base di utenti nel mondo reale”.
A dicembre dello scorso anno, quando aveva deciso di abbandonare Meta, aveva criticato senza tanti giri di parole quest’ultima per le scelte aziendali, parlando di sconfitta. “È la fine del mio decennio nella realtà virtuale”, aveva scritto in un promemoria. “Avevo un ruolo di altissimo livello quindi pensavo che avrei potuto muovere le cose, ma evidentemente non sono stato abbastanza persuasivo.
Carmack è certamente un consulente/portavoce di altissimo livello nel settore della Realtà Virtuale/Realtà Mista ma saranno gli sviluppatori e il pubblico a determinare il destino di questa tecnologia. Per ora un po’ tutti continuano a spingere i limiti, in attesa di un dispositivo/Sacro Graal di riferimento con il potenziale di cambiare tutto e portare queste tecnologie alla massa.
A questo indirizzo la storia dell’incontro tra John Carmack e Palmer Luckey (l’imprenditore titolare dell’azienda poi vendita a Meta).