“La fantastica storia dell’Apple Car è una fantasia”. È questa l’opinione di Jean-Louis Gassée. Il manager francese che lavorava per Apple e che per lungo tempo fu una delle figure più vicino a Jobs (oltre che in predicato di dare alla Mela il sistema operativo che poi sarebbe divenuto OS X), non crede che Cupertino stia lavorando al settore delle auto.
Per bollare come parto di immaginazione l’auto della Mela, Gassée usa la sua newsletter del lunedì. “La vita odierna di Apple è relativamente semplice” spiega Gassée, “vende piccoli dispositivi che gli utenti possono facilmente portare nei punti vendita in caso di problemi. Non c’è bisogno di pulire tubi dei freni, gestire batterie pesanti e costose, occuparsi di sistemi di raffreddamento, ispezionare e occuparsi della manutenzione delle colonnine di ricarica. E tenete anche conto delle difficoltà che Tesla ha con le concessionarie che non vogliono vendere direttamente le loro auto in alcuni stati. Apple non ha bisogno di questi grattacapi”.
In realtà sono ora in molti a pensare che la Mela stia lavorando nel settore automobilistico. Il tutto nasce da alcuni minivan riconducibili ad Apple con installate una nutrita serie di fotocamere montate sul tetto. C’è chi ha ipotizzato trattarsi di studi per nuove tecnologie di mapping, altri hanno immaginato funzionalità avanzate per CarPlay, per altri ancora la Mela potrebbe essere al lavoro su progetti molto più ambiziosi che riguardano i veicoli elettrici e tecnologie per la guida autonoma. Ad avvalorare la tesi di Apple al lavoro su automobili, l’arrivo a Cupertino di centinaia di esperti nel settore automotive (incluso l’ex CEO della divisione americana dedicata a ricerca e sviluppo di Daimler/Mercedes-Benz) e altri personaggi che in precedenza lavoravano per Tesla.
È molto probabile dunque che Apple sia effettivamente al lavoro su qualcosa che riguarda le auto ma affermare senza ombra di dubbio che si tratta senz’altro di automobili è meglio farlo con cautela. Produrre auto in grande scala, distribuirle, gestirle, occuparsi dell’assistenza e manutenzione richiede investimenti enormi, certamente alla portata delle “tasche” di Apple, ma questo significherebbe anche lo sconvolgimento totale del modello di business, delle soluzioni organizzative e strategiche portate avanti finora. Uno “scherzetto” non facile, neanche per un colosso come Apple.